Serpenti e colombe
La santa Sincletica disse:
“Diventiamo prudenti come serpenti e innocenti come colombe (Mt 10,16),
dirigendo con astuzia il pensiero contro le sue trappole.
Diventare come serpenti vuol dire non ignorare gli assalti e le astuzie del diavolo,
perché il simile riconosce rapidamente il simile;
mentre l’innocenza della colomba indica la purezza dell’azione”.
Questo detto di Sincletica è un commento al passo del Vangelo di Matteo 10,16: “Siate dunque prudenti come i serpenti, e semplici come le colombe”. Secondo Sincletica, essere prudenti come serpenti significa dirigere con astuzia il pensiero contro le sue trappole. Significa, cioè, acquisire consapevolezza dei pensieri che prendono forma dentro di noi, esaminare quali azioni questi pensieri ci portano a compiere e, se capiamo che essi ci fanno imboccare delle strade di morte, “bloccarli” la prossima volta che si presentano. Individuare i pensieri che ci intrappolano, e agire contro di essi: qui sta l’azione che purifica. Essere “innocenti come colombe” è il frutto di una scelta, non è qualcosa che viene da sé; è una condizione che nasce da un’azione, non dall’inerzia. Ed è una possibilità data a tutti, indipendentemente dalle qualità e dal temperamento personali, perché è Parola di quel Dio, narrato da Gesù, a cui nulla è impossibile.
Cosa sono i detti dei padri del deserto?
I detti dei padri del deserto sono parole, trascritte dopo una lunga tradizione orale, pronunciate da uomini e donne che vivevano nel deserto egiziano tra il IV e il V secolo d.C., spesso in risposta a domande poste dai discepoli, giovani che desideravano abbracciare una vita di fede e di preghiera.