Fede e perseveranza

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18 ottobre 2024

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 1,1-14 (Lezionario di Bose)

1 Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, 3così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, 4in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. 5Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. 6Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. 7Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
8Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, 9gli toccò in sorte, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l'offerta dell'incenso. 10Fuori, tutta l'assemblea del popolo stava pregando nell'ora dell'incenso. 11Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. 12Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. 13Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. 14Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita.


Nella memoria di Luca Evangelista, la Chiesa ci invita a riflettere sull'inizio del suo Vangelo, un passo che racchiude l'essenza della sua missione. Come indagatore meticoloso della vita di Gesù, l’evangelista Luca costruisce il suo racconto basandosi su “coloro che fin dal principio furono testimoni oculari e servitori della Parola” (v.2), con l'intento di fornire un resoconto ordinato (v.3) degli eventi salvifici. La sua rigorosa ricostruzione storica si apre a una profonda dimensione spirituale, desiderando offrire una testimonianza affidabile della fede cristiana.

I fatti narrati si focalizzano su Zaccaria ed Elisabetta, "entrambi giusti davanti a Dio" (v. 6), simboli viventi di fedeltà e perseveranza. Proprio come Abramo e Sara (cf. Gen 18,10-14) e Anna (cf. 1Sam 2,20), questa coppia incarna l'intervento divino, capace di trasformare la sterilità in fecondità e la disperazione in speranza

L'annuncio della nascita di Giovanni, il cui nome evoca la misericordia di Dio, rappresenta la risposta a una supplica e il compimento di una promessa universale. Giovanni, “colmato di Spirito Santo fin dal grembo materno” (Lc 1,15), è destinato a diventare il ponte tra l'Antico e il Nuovo Testamento, preparando la via al Messia come colui che cammina davanti al Signore. In Gesù, il Dio trascendente si avvicina, unendo la dimensione divina a quella umana, spesso attraverso persone ordinarie e in modi inaspettati.

Al turbamento e al timore di Zaccaria (cf. v.12) si contrappone la gioia di Elisabetta nel riconoscere la presenza del Messia nel grembo di Maria (cf. Lc 1,41-44), evidenziando la complessità della fede come un cammino che oscilla tra dubbio e certezza. Mentre l’atteggiamento di Zaccaria riflette le difficoltà umane nell’accogliere l’incredibile, la gioia di Elisabetta incarna la pienezza di una fede realizzata, elevando così la loro storia a inno di speranza in un mondo che sembra averla perduta.

In questo contesto, il silenzio incredulo di Zaccaria si trasforma in un annuncio gioioso, portando “gioia ed esultanza” (v. 14) a chi ne ascolterà la testimonianza. La vicenda dei genitori del Battista offre un modello di fede e perseveranza: nonostante le difficoltà, hanno continuato a servire Dio con dedizione e a pregare incessantemente, attestando così la resilienza della fede nelle prove. Rivolgendosi infatti all’ “illustre Teofilo” (v.3), in greco “amato da Dio” o anche “amico di Dio”, Luca include simbolicamente ogni sincero ricercatore di Dio, a farsi partecipe di questa stessa speranza.

Siamo chiamati a riconoscere e vivere oggi la fedeltà di Dio in un mondo in cerca di significato, consapevoli che possiamo affrontare le incertezze della vita grazie alla speranza offerta da questo messaggio evangelico. 

Come Zaccaria ed Elisabetta, possiamo vivere ogni giornata come un atto di testimonianza della fedeltà divina, anche in circostanze avverse, e siamo incoraggiati a perseverare. Così potremo diventare anche noi protagonisti di una storia di salvezza che continua a svolgersi nel nostro tempo.

sorella Mónica