Custodire l'essenziale

Giovanni Frangi
Giovanni Frangi

7 ottobre 2025

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 10,38-42 (Lezionario di Bose)

In quel tempo, 38mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».


Gesù mentre è in cammino sosta in un villaggio, Betania, il nome lo sappiamo dall’evangelista Giovanni (Gv 11,1) che ci narra anche che “Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella Maria e a Lazzaro” (Gv 11,5). La casa in cui si ferma Gesù è una casa di amici. Nel camminare annunciando l’evangelo, Gesù si concede tempo per l’amicizia, la gratuità, il ristoro che viene dall’affetto. 

A Betania c’è una casa che lo accoglie, in cui fare una pausa e ritrovare volti cari e amati. Il Signore doni anche a ciascuno di noi di trovare e sperimentare luoghi, momenti, tempi, incontri di ristoro, di riposo, di amicizia, balsamo per le nostre vite.

Molto probabilmente Gesù non arriva da solo a Betania, ma con i discepoli e altri/e che lo seguivano; per questo Marta è tutta “presa dai molti servizi” (v. 40). È un’accoglienza che comporta anche un darsi da fare di cui si occupa principalmente Marta, mentre Maria accoglie Gesù e lo ascolta. È importante non separare queste due sorelle, ma tenerle unite, vederle insieme, vivono la stessa accoglienza con modi diversi, con occhi attenti ad aspetti diversi. Marta diremmo oggi dedita alla logistica e Maria alle relazioni umane.

Ma ad un certo punto Marta però si lascia prendere dell’ansia, dalla paura di non farcela, che tutto non sia pronto come vorrebbe, e allora va da Gesù. È bello questo suo rivolgersi a Gesù, mostrare ed esprimere a lui le sue preoccupazioni. Anche noi possiamo andare a Gesù con le nostre inquietudini, paure di essere soli, di essere considerati di meno, di non farcela. 

Gesù accoglie Marta con affetto, la chiama due volte per nome, ma anche la corregge, cercando di riportarla all’essenziale. Gesù ha una risposta che ci spiazza un po', cerca di calmare Marta e farle capire cosa è importante e le dice che “Maria si è scelta la parte migliore” (v 42). Ma qual è, cos’è “la parte migliore”? 

A me sembra di poter dire che è la nostra vita interiore, quella dimensione della vita che non si vede, ma che è vitale per noi. Vita interiore che è alimentata soprattutto dall’ascolto della Parola. Marta preoccupata e agitata per molte cose, ha dimenticato questo centro in sé stessa: l’esterno, le cose da fare hanno preso il sopravvento. Quante volte anche noi siamo come Marta!

Maria è allora lì, come memoria che il nostro fare deve essere unito al nostro cuore. Ci sono tempi, stagioni diverse nella nostra vita, in cui a volte ci disperdiamo, ma dobbiamo sempre recuperare il nostro centro vitale, la radice del nostro agire, cercare di custodirlo e nutrirlo perché è importante per non smarrirci.

Marta e Maria ci ricordano quindi che il nostro operare senza essere alimentato dalla Parola, senza avere una sorgente che nasce da un cuore orante resta povero e sterile. Diventa un peso più che un servizio, una rivendicazione più che un donarsi con gioia.

sorella Roberta