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Imaculada Conceição de Maria


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Il cristiano è lode della gloria di Dio quando ne narra la misericordia, quando lo testimonia presente e vivente. Essere a lode della gloria di Dio significa non essere a lode della propria: la chiesa esiste solo nella proclamazione della sua relatività al Regno. Vale anche per la chiesa che chi cerca se stesso e la propria gloria, perde se stesso! Ciò che noi lodiamo e adoriamo è anche ciò verso cui tendiamo e che ci assimila a sé. Essere a lode della gloria di Dio significa allora vivere escatologicamente, essere segno del Regno veniente. Significa vivere l’immagine e la somiglianza con Dio fino a divenire dei somigliantissimi a Cristo, “l’immagine del Dio invisibile” (Col 1,15). La santità è la lode della gloria di Dio. Quella santità che secondo Ef 1,4 consiste essenzialmente nella carità, nell’amore, nell’agape.

Se la vocazione di Maria è segnata dall’intervento gratuito di Dio, anche la sua accettazione sta interamente sotto il segno della grazia: lei è la donna “trasformata dalla grazia” (v. 28: non “piena di grazia”, come normalmente si traduce). Maria è completamente definita dall’azione di Dio su di lei: il suo essere a lode della gloria della grazia di Dio traspare da questo suo divenire narrazione vivente delle meraviglie che in lei Dio ha fatto.

Quale che sia la vocazione di ciascuno di noi, viene per tutti il momento della coscienza dell’impossibile sequela e dello sgomento, subentra il timore di aver fallito e la paura del futuro. Ma ciò che è avvenuto per Maria ha valore tipico anche per i credenti di cui lei è figura: “Non temere”, “Il Signore è con te”, sono le promesse che si sente rivolgere Maria e sono le parole in cui può dimorare il credente nella sua personale fatica di perseverare nella vocazione. Ciò che è fondamentale infatti è celebrare la grazia di Dio e narrare la sua fedeltà, che sostiene anche la nostra.

LUCIANO MANICARDI

Comunità di Bose
Eucaristia e Parola
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