O primado romano no primeiro milénio
De 24 a 26 de julho de 2012 realizou-se em Bose, promovido pelo Prior Ir. ENZO e sob a direção do Ir. HERVÉ LEGRAND um seminário de estudo sobre o Primado Petrino no contexto da vida das Igrejas do Oriente e do Ocidente no primeiro milénio
Dal 24 al 26 luglio 2012 si è tenuto a Bose, su iniziativa del priore fr. Enzo e sotto la direzione di fr. Hervé Legrand − domenicano francese amico della comunità, professore emerito dell’Institut Catholique di Parigi e membro autorevole di varie commissioni di dialogo ecumenico −, un seminario di studio che ha affrontato il tema del primato petrino nel più ampio contesto della vita delle Chiese d’Oriente e d’Occidente nel primo millennio.
Accogliendo l’invito di fr. Enzo a dare seguito alla preghiera di papa Giovanni Paolo II − “Lo Spirito santo ci doni la sua luce, ed illumini tutti i pastori e i teologi delle nostre Chiese, affinché possiamo cercare, evidentemente insieme, le forme nelle quali questo ministero possa realizzare un servizio di amore riconosciuto dagli uni e dagli altri” (Ut unum sint 95) −, il professor Legrand aveva già riunito a Bose nell’ottobre del 2010 un primo gruppo di sei studiosi coinvolti nel progetto. La prima sessione di lavoro di questo comitato scientifico aveva così inaugurato la lunga, paziente preparazione della sessione di fine luglio, che ha visto la partecipazione di una quindicina di esperti provenienti da importanti centri universitari di Francia, Germania, Italia, Belgio, Stati Uniti, Grecia e Libano. Tra gli invitati, tutti di riconosciuto livello accademico, anche membri e consultori di vari organismi ecumenici e commissioni internazionali per il dialogo teologico tra le Chiese.
Senza interferire con il dialogo ufficiale, il gruppo di studio riunitosi a Bose, intendendo mettersi a servizio delle Chiese, ha scelto di trattare la questione dal punto di vista storico. Se è vero, come affermato nel 1976 dall’allora professor Joseph Ratzinger, che “riguardo alla dottrina del primato, Roma non può pretendere dall’Oriente più di quanto è stato formulato e praticato nel primo millennio”, è infatti essenziale per prima cosa arrivare a stabilire un dossier storico (prima che teologico) di base, il più possibile condiviso: a questo proposito si è rivelata fondamentale la partecipazione di studiosi cattolici, ortodossi e protestanti, tutti impegnati in una comune ricerca che, proprio perché si vuole scientifica, possa andare al di là delle rispettive ottiche prettamente confessionali. Non a caso si è deciso, tra l’altro, di puntare non tanto su quella che chiameremmo “storia delle idee”, ma piuttosto sulla “storia delle istituzioni”, cercando di osservarne, per quanto possibile a partire dalla documentazione disponibile, il funzionamento effettivo all’interno del contesto ecclesiale e politico dell’epoca. Senza pretendere di arrivare immediatamente a soluzioni pratiche, si è lavorato dunque in una prospettiva rigorosamente storica, con la principale preoccupazione di porre il problema in termini metodologicamente corretti. Il desiderio, a medio-lungo termine (il gruppo tornerà a incontrarsi per lavorare ancora insieme), è quello di abbozzare una “semantica ecclesiologica” condivisa poiché storicamente fondata, ovvero di proporre alle Chiese, quale umile offerta a servizio del dialogo, un vocabolario e una sintassi di base comuni: uno strumento di lavoro a disposizione di tutti.
Il ristretto numero dei partecipanti ha consentito di procedere nel dibattito in modo davvero seminariale, favorendo un confronto sistematico, puntuale, approfondito, anche in vista di una pubblicazione che cercherà di essere non la semplice raccolta dei diversi interventi ma il frutto appunto di un lavoro d’équipe, nel quale il contributo di ciascuno terrà conto delle osservazioni degli altri. In questo senso sono state giornate impegnative, con ritmi di lavoro intensi, lavoro sempre condotto in un clima fraterno, in cui non è mancato l’incontro conviviale con la comunità, che segue e sostiene quest’attività di ricerca con particolare attenzione: ritornare al primo millennio è fare appello a un’esperienza di Chiesa che induce a riflettere sulle modalità di vivere il primato e la comunione tra Chiese, è occasione per pensare nuovamente la communio ecclesiae come communio ecclesiarum.
Comitato scientifico
Blaudeau Philippe - Université d’Angers e IUF, Francia
Hainthaler Theresia - Hochschule Sankt-Georgen, Frankfurt a. M., Germania
Legrand Hervé - Institut Catholique de Paris, Francia
Morini Enrico - Università di Bologna, Italia
Pitsakis Konstantinos G. - Università Democrito di Tracia, Komotini, Grecia
Wagschal David - St Vladimir’s Seminary, Crestwood, New York, USA
Wirbelauer Eckhard - Université de Strasbourg, Francia
Membri del gruppo di studio
Alpi Frédéric - CNRS e Institut français du Proche-Orient, Beyrouth, Libano
Alzati Cesare - Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, Italia
Blaudeau Philippe - Université d’Angers e IUF, Francia
Daley Brian E. - University of Notre Dame, Indiana, USA
Hainthaler Theresia - Hochschule Sankt-Georgen, Frankfurt a. M., Germania
Kötter Jan-Markus - Heinrich Heine Universität, Düsseldorf, Germania
Legrand Hervé - Institut Catholique de Paris, Francia
Lettieri Gaetano - Università degli Studi di Roma La Sapienza, Italia
Morini Enrico - Università di Bologna, Italia
Perrin Michel-Yves - École Pratique des Hautes Études, Paris, Francia
Pheidas Vlassios - Università di Atene e Institut d’Études Supérieurs en Théologie Orthodoxe di Chambésy, Svizzera
Pitsakis Konstantinos G. - Università Democrito di Tracia, Komotini, Grecia
Schatz Klaus - Hochschule Sankt-Georgen, Frankfurt a. M., Germania
Schuol Monika - Freie Universität Berlin e Carl von Ossietzky Universität of Oldenburg, Germania
Teule Herman - Institute of Eastern Christian Studies, Radboud University, Nijmegen, Paesi Bassi
Wirbelauer Eckhard - Université de Strasbourg, Francia
Zanetti Ugo - Monastère de Chevetogne, Belgio
* Apprendiamo in questi giorni due notizie che toccano la vita del gruppo: da un lato la morte del prof. Konstantinos G. Pitsakis, eminente personalità scientifica che sapeva portare uno sguardo di profonda sapienza e discernimento sulle vicende della Chiesa e degli uomini, come abbiamo espresso nel nostro messaggio di affettuosa vicinanza alla famiglia; dall’altro la assegnazione al prof. Brian E. Daley s.j., insigne studioso dei Padri della Chiesa, del Premio Ratzinger, una sorta di Nobel della teologia istituito per stimolare la riflessione teologica soprattutto nei campi più coltivati da Joseph Ratzinger come teologo, cardinale e ora papa: il campo della teologia fondamentale, della storia della teologia, specialmente teologia patristica, il campo dell’esegesi biblica, ma anche la teologica dogmatica. Il premio verrà conferito da Benedetto XVI il prossimo 20 ottobre, durante il sinodo dei vescovi sulla "nuova evangelizzazione": ci rallegriamo con p. Brian, con la sua Università di Notre Dame nell’Indiana e con la Compagnia di Gesù!