Message d'Olav Fykse Tveit, secrétaire général du Conseil œcuménique des Églises
XXIII Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
MISERICORDIA E PERDONO
Bose, 9-12 settembre 2015
in collaborazione con le Chiese Ortodosse
MESSAGGIO DI OLAV FYKSE TVEIT, SEGRETARIO GENERALE DEL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE
Caro fratello Enzo, priore della Comunità di Bose,
eccellentissimi vescovi e reverendi padri,
care sorelle e cari fratelli in Cristo,
è per me un grande onore salutarvi a nome del Consiglio ecumenico delle Chiese in occasione del XXIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa organizzato dalla Comunità monastica di Bose in collaborazione con le Chiese ortodosse. Da molti anni ormai è tradizione che il Monastero di Bose scelga di approfondire dimensioni spirituali essenziali per la nostra vita quotidiana. Ho piena fiducia che il tema di riflessione da voi scelto quest’anno, “Misericordia e perdono”, tema quanto mai attuale, ci arricchirà e ci guiderà nel nostro comune “Pellegrinaggio di giustizia e pace”.
Davvero gli ultimi sviluppi della tragica e disperata fuga da regioni di guerra in Medio oriente, in Africa e in Asia di uomini e donne che chiedono rifugio ci invita a meditare sul senso della misericordia e del perdono sia nella nostra vita spirituale personale sia a livello delle nostre istituzioni ecclesiastiche, come pure in rapporto al ruolo che dobbiamo svolgere nei paesi e negli stati in cui viviamo. La violenza intollerabile e disumana a cui spesso si fa ricorso in nome della religione e che distrugge non solo l’umanità di chi la compie, ma anche il tessuto sociale dell’intera società che ne è colpita, richiede che guardiamo alla misericordia e al perdono nella prospettiva divina e non a partire dalla nostra comprensione umana. Inoltre, oggi nelle nostre società si sta assistendo a svariate forme di violenza contro donne, bambini e minoranze facilmente vulnerabili, e a molteplici forme di esclusione, compresa l’ingiustizia sociale, laddove il divario tra i poveri e i ricchi è divenuto incolmabile. La cupidigia sta diventando sempre di più un valore comunemente accettato, per non dire una virtù che ci sta portando al disastroso sfruttamento e alla distruzione dell’ambiente. È necessaria una rinnovata teologia della misericordia per affrontare queste sfide e tante altre simili.
I concetti di guarigione della memoria, di guarigione e riconciliazione, a mio avviso, sono strettamente legati ai temi della misericordia e del perdono. In punti chiave durante il viaggio del movimento ecumenico ci sono state occasioni in cui diverse Chiese hanno riconosciuto il bisogno di tale guarigione e, deliberatamente e apertamente, sono rimaste insieme davanti al Signore in atteggiamento di umiltà e di apertura l’una all’altra. Io spero che la nostra esperienza nel movimento ecumenico possa offrire un esempio sempre più ampiamente condivisibile.
In questi tempi di crisi, probabilmente più che mai, siamo chiamati a riscoprire e a riacquistare la nostra originale natura umana, l’essere, cioè, a immagine e somiglianza di Dio, nostro Creatore. Da ciò deriva la nostra inclinazione naturale ad avere misericordia di altri che stanno soffrendo. Ma per noi cristiani il naturale sentimento di misericordia è potenziato e rafforzato dal credere che il nostro Signore Gesù Cristo si è incarnato “per noi e per la nostra salvezza” in un supremo atto di amore, misericordia e perdono per l’intera umanità.
Nel nostro viaggio ecumenico dal tema “Pellegrinaggio di giustizia e pace” che il Consiglio ecumenico delle Chiese ha indetto vi raggiungiamo a Bose nel vostro viaggio durante il quale prenderete in esame molte questioni esistenziali rilevanti per la vita delle nostre Chiese e della nostre società. In che modo si accordano misericordia e perdono? Manifestare misericordia implica il perdono? In che modo, in quanto cristiani che cercano di vivere il vangelo nella storia, ci accordiamo alla misericordia e al perdono di cui Dio ci ha fatto grazia nel suo disegno di salvezza? Tra gli esseri umani misericordia e perdono sono possibili senza giustizia e pace? E come intendere queste nozioni?
Attendo con ansia gli insegnamenti che mi verranno dalle relazioni, dalle discussioni e dalle riflessioni che saranno pubblicate negli Atti del convegno e vi auguro un buon lavoro ricco di frutti spirituali.
I nostri più cordiali saluti nel nostro comune Dio e Salvatore,
Pastore Olav Fykse Tveit
Segretario generale
Consiglio Ecumenico delle Chiese