Messaggio di Chrysostomos II, Arcivescovo di Cipro
XXIII Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
MISERICORDIA E PERDONO
Bose, 9-12 settembre 2015
in collaborazione con le Chiese Ortodosse
MESSAGGIO DI CHRYSOSTOMOS II, ARCIVESCOVO DI CIPRO
Con particolare soddisfazione salutiamo il XXIII Convegno internazionale e intercristiano di spiritualità ortodossa, che si svolge presso il Monastero di Bose sul tema: “Misericordia e perdono”. Esprimiamo, per l’occasione, un cordiale saluto di affetto e di stima all’igumeno del monastero di Bose e presidente del comitato scientifico del Convegno p. Enzo Bianchi, come anche a tutti gli esimi oratori.
Il tema del vostro Convegno è di eccezionale attualità. In un’epoca in cui prevale l’odio, la vendetta, la discordia e la divisione; in giorni in cui le relazioni interpersonali tra gli uomini sono pervase dalla durezza; in ore in cui il perdono è assente anche come parola dal vocabolario delle persone, questo convegno viene a riaccendere la speranza per una qualità migliore delle relazioni umane, frutto del perdono concreto, della manifestazione di misericordia e di compassione.
Questa manifestazione di misericordia, di compassione e di perdono presuppone un legame con la fonte della misericordia che è il Dio-Trinità dei cristiani. Poiché è lui che per primo ha manifestato e manifesta la sua misericordia all’uomo ribelle. Per questo anche il Salmista menziona le “tue misericordie di un tempo, Signore” (Sal 88,50). E san Giovanni Crisostomo, riferendosi alla misericordia di Dio, dichiara che questa misericordia “ha creato ogni cosa: lei ha fatto il mondo, lei ha creato gli angeli, solo per bontà” (Omelie sulla Lettera ai Filippesi 4).
La principale caratteristica della misericordia divina è l’eternità. Di nuovo san Giovanni Crisostomo, commentando il verso del Salmo 135: “Perché eterna è la sua misericordia”, osserva: “Dio non fa ora il bene e ora si ritira, non ha ora misericordia e ora smette di averla, come succede tra gli esseri umani ”( ΕΠΕ 7, 170). Dio non ha misericordia e compassione oggi, e poi domani cessa di mostrare il suo amore per gli uomini, come è possibile che facciano gli uomini; ma poiché Dio non cambia mai, ama e ha misericordia in continuazione. La sua bontà, che si manifesta in molti e diversi modi, non si interrompe e non si esaurisce mai.
Giovanni Carpazio, da sua parte, nei suoi Cento capitoli di incoraggiamento (cap. 33, in Filocalia I) nota quanto segue “Le passioni del corpo e dell’anima, per quanto possano essere cresciute, saranno distrutte, come vedrai, con il passare del tempo e per comando di Dio, ma la misericordia di Cristo non sarà mai distrutta, perché la misericordia del Signore si estende da questo secolo fino al secolo futuro su quelli che lo temono”.
Questa misericordia il Signore l’ha mostrata anche quando visse sulla terra. L’ha manifestata al ladrone e alla donna peccatrice. Ha mostrato la sua compassione a Zaccheo, capo dei pubblicani, ma anche al peccatore paralitico. Ha chiamato a sé tutti gli “stanchi e oppressi” e ha promesso di alleviarli dai pesi che opprimevano la loro anima (Mt. 11,28). Proclamò solennemente: “Colui che viene a me io non lo caccerò fuori” (Gv 6,37), cioè: non negherò a nessuno la mia misericordia.
Ciò significa che non c’è peccato che la ricca misericordia del Signore non possa perdonare. Non esiste peccato per chi si pente che non sia purificato dal “sangue di Gesù Cristo” (1 Gv 1,7). Dalla santa Croce sgorgano le acque della misericordia divina, ed esse lavano e purificano continuamente ogni anima che si pente e ricorre alla misericordia di Dio.
Poiché dunque Dio offre la sua misericordia all’uomo, reclama da lui che dimostri misericordia e coltivi “viscere di misericordia” nei confronti dei suoi compagni di umanità.
S. Giovanni Crisostomo insiste: “Niente irrita Dio così tanto come il fatto di essere privi di misericordia” (Omelie sulla lettera ai Filippesi 4, PG 62, 205) E invoca come testimonianza di quest’affermazione la parabola evangelica del servo che era debitore di un’enorme somma di denaro e che aveva ottenuto grazia dal suo padrone, mentre egli stesso soffocava il suo compagno di servitù perché gli doveva la somma insignificante di cento denari. E continua: “Ascoltando queste cose, cerchiamo di essere misericordiosi nei confronti di coloro che ci sono debitori sia con il denaro che con i peccati: nessuno conservi rancore, se non vuole far torto a se stesso!” (Ibid.). “Abbiamo dunque misericordia del prossimo, per ricevere noi stessi misericordia!” (Ibid.).
Con questi brevi pensieri ci auguriamo che il Signore della misericordia coroni con pieno successo anche i lavori del convegno di quest’anno e favorisca il raggiungimento degli alti scopi che esso ha posto: rafforzare la speranza degli scoraggiati, e ispirare nei cuori il desiderio di lottare per superare la mentalità egoistica, per rendere le nostre anime capaci di accogliere la divina misericordia e allo stesso tempo rafforzarle nella difficile impresa del perdono.
Orante davanti a Signore
† CRISOSTOMOS di CIPRO