Belgio e svizzera monastiche

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Rinsaldare i legami già esistenti con comunità “amiche” e approfondire la conoscenza reciproca visitandole direttamente nei luoghi in cui vivono sono i motivi principali che ci hanno indotte (sr. Sylvie, sr. Beatrice, sr. Giulia e sr. Marica) a fare un viaggio di 2300 km a settembre. Bose-Svizzera-Belgio e ritorno.

Pur avendo poco tempo a disposizione e il desiderio di incontrare tante Comunità, la logistica non ha impedito di poter avere degli incontri densi e genuini, che rapidamente sono andati all’essenziale delle nostre vite e ci hanno permesso di vivere il tanto sperato incontro con ognuna di esse.

La piccola comunità Christustraeger Bruderschaft a Ralligen sul lago di Thun, in Svizzera, è stata la prima tappa. Fr. Thomas, amico della nostra Comunità da molto tempo, e fr. Sven ci hanno accolto nella loro fraternità, piccola propaggine della Comunità più grande di Triefestein, in Germania, nata nell’alveo delle Chiese protestanti. La loro vita è caratterizzata dall’ospitalità di chi desidera trascorrere alcuni giorni di ritiro condividendo la loro preghiera o dei pellegrini sul cammino di Santiago.

Al monastero di Chevetogne siamo state accolte da p. Michel van Parys ed è stata grande la gioia di essere nel suo monastero dopo tutte le sue visite a Bose e l’amicizia fedele che lo lega alla nostra Comunità. Essere a Chevetogne ci ha permesso di comprendere meglio l’apertura all’ecumenismo in ambito cattolico. Il monastero benedettino di Chevetogne è una realtà che ha infatti contribuito a far conoscere in Europa l’ortodossia, attraverso la rivista da loro ideata, Irenikon, e attraverso la particolare pratica liturgica per cui metà Comunità celebra gli uffici secondo il rito latino e metà secondo il rito bizantino.

Abbiamo poi fatto visita alla Comunità di Tiberiade. La loro semplice quotidianità è caratterizzata dalla vita comune e di preghiera, dai lavori rurali e artigianali e dall’accoglienza. I fratelli e le sorelle vivono a pochi chilometri di distanza, in modo da poter avere una certa autonomia gli uni rispetto alle altre. Presso i fratelli siamo state accolte da fr. Benoît, amico di Bose da diversi anni. Dalle sorelle di Tiberiade, abbiamo avuto invece la possibilità di incontrare sr. Asta e tutte le sorelle nelle loro gioiose liturgie e nei pasti condivisi.

Con una breve sosta siamo passate al monastero di Rixensart dove le monache benedettine che qui vivono ci hanno fatto visitare il loro moderno monastero e, attraverso un incontro con tutta la Comunità, abbiamo potuto gustare la qualità della loro vita fraterna.

Approdate nelle Fiandre, abbandonate le terre francofone e i cartelli stradali comprensibili, siamo arrivate a Brecht all’Abbazia Nostra Signora di Nazareth. Nostra guida speciale in quei giorni è stata sr. Kirsten, amica di Bose da lunghi anni. Le sorelle del monastero trappista di Brecht sono oggi alle prese con grandi lavori per riorganizzare la struttura del monastero in un modo che possa essere più funzionale alla vita della Comunità di oggi. Il cantiere disturba, sì, ma non intacca il ritmo quotidiano delle preghiere e la loro serenità. Oltre a incontri con sr. Kirsten e sr. Katharina, la badessa del monastero, abbiamo avuto il dono di un incontro fraterno con tutte le sorelle.

Sulla lunga strada del ritorno abbiamo fatto una breve sosta a Metz a far visita al nostro amico e teologo Brice Germain e a sua madre Marie José. Con una rapida corsa per il centro della città abbiamo potuto vedere la splendida cattedrale (con vetrate di Chagall) e il Centre Pompidou della città.

L’ultima tappa del nostro viaggio è stata di nuovo in Svizzera. Le sorelle di Granchamp – comunità ecumenica di sorelle che vivono secondo la Regola di Taizé e alle quali Bose è legata fin dai primissimi anni – ci hanno accolte con grande gioia e affetto, oltre ad averci donato la possibilità di un incontro con loro.

Siamo rientrate a Bose un po’ frastornate per i numerosi incontri vissuti, un po’ stupite per le diverse modalità che una stessa forma di vita, quella monastica, può assumere, ma con il cuore colmo di gioia per la ricchezza dei doni ricevuti a partire dalla fraternità tra di noi e con coloro che abbiamo incontrato.

sorella Giulia