24 dicembre 2024
Il cantico di Zaccaria, il “Benedictus” è la preghiera che la chiesa canta ogni mattina. Zaccaria, che all’annuncio dell’angelo era rimasto incredulo, e quindi muto e sordo, incapace di lodare Dio e credere alle sue promesse, al momento della nascita di Giovanni, a compimento di ciò che era stato detto dall’angelo, viene graziato e ritrova voce per benedire Dio.
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23 dicembre 2024
All’inizio del brano si sottolinea la dimensione della gioia, alla fine quella del timore davanti all’agire sorprendente di Dio. Gli eventi della circoncisione/imposizione del nome, inquadrati così, spiegano il passaggio e collegano le due percezioni. Netta differenza con ciò che viene narrato riguardo a Gesù: basta un solo versetto per raccontare il tutto! Siamo davanti a due ascolti diversi, quello di Zaccaria misteriosamente deficitario e quello pieno di Maria, che non ha bisogno di alcun evento particolare.
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21 dicembre 2024
A pochi giorni della festa di Natale la liturgia ci invita a ripercorrere, una volta ancora, i cosiddetti “evangeli dell’infanzia” che – occorre dirlo una volta ancora? – non sono una cronaca giornalistica degli eventi avvenuti circa duemila anni fa, ma una proclamazione di fede della chiesa della fine del I secolo della nostra era.
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20 dicembre 2024
È difficile capire cosa sia veramente successo. Non ci è dato di sapere quale sia stata veramente l’esperienza di Maria. Certamente vi è stato un intervento del Signore, una voce che in qualche modo lei ha percepito, un manifestarsi di una “grazia” (vv. 28.30), cioè di un amore grande nei suoi confronti che l’ha sorpresa e l’ha stupita. E lei si chiedeva il senso di tutto questo. E forse continuerà a chiederselo per tutta la vita.
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19 dicembre 2024
Il brano del vangelo di oggi viene narrato attraverso l'obiettivo di una telecamera che in un primo momento fa un’inquadratura più ampia sulla macrostoria (“al tempo del re Erode”) e poi rimpicciolisce la ripresa sulla microstoria, in particolare quella di Zaccaria ed Elisabetta, per poi estendere di nuovo il campo narrando la missione di Giovanni il Battista e restringerlo ancora parlando della ricezione da parte di Zaccaria del messaggio dell’angelo. Questo espediente narrativo dell’evangelista Luca permette di capire quanto la buona notizia sia veicolata da gente semplice, immersa nelle vicende quotidiane di quanto la vita ci pone davanti e abbia la capacità di sconvolgere gli eventi della grande storia attraverso piccole azioni e attraverso uno sguardo fiducioso nel disegno di Dio.
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18 dicembre 2024
In questi giorni di Ferie Maggiori per due volte sentiremo l'annuncio della nascita di Gesù. Una prima volta, il testo di oggi, l'annuncio è fatto a Giuseppe, tra due giorni l'annuncio raggiungerà Maria. E ciò che è sorprendente bello è che in entrambi i casi vi è un coinvolgimento di due esseri umani, un uomo e una donna, chiamati a far spazio ad una nuova vita nella concretezza del loro quotidiano, che da questo momento in poi, se accetteranno la sfida, prenderà una nuova e completamente inattesa direzione.
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17 dicembre 2024
Accostandoci alla prima pagina dell’evangelo di Matteo apriamo un libro: “Libro della genesi di Gesù Cristo ...” (così la traduzione lett. del v. 1). È solenne questa introduzione! Desta la nostra curiosità! Questo libro, infatti, ci racconta la storia di Gesù. E che cos’è la storia di Gesù? È la storia di una novità di vita inaudita, del regno di Dio diventato vicino (cf. Mt 3,1), di Dio che ha visitato il suo popolo (cf. Lc 7,16) per essere con noi fino alla fine dei tempi (cf. Mt 28,20). L’evangelista scrive questo racconto perché veniamo raggiunti e coinvolti anche noi in questa storia.
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16 dicembre 2024
Sappiamo bene che il Signore è vicino, ed è davvero vicino sempre. Questa sapienza, questa consapevolezza, nasce semplicemente dalla nostra capacità di osservazione, come quella del contadino: se spuntano le foglie del fico si sa che i frutti stanno per venire. Capacità di sintonizzarci con il ciclo delle stagioni e dei prodotti della terra. Capacità che non è scontata, che richiede anch’essa un addestramento, un’esperienza.
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14 dicembre 2024
Siamo al centro del tempo di Avvento e il brano proposto si sofferma sul tema della venuta del Figlio dell’uomo. Quest’argomento resta per noi misterioso sia perché non utilizziamo nel nostro linguaggio il termine “figlio dell’uomo”, sia perché non conosciamo il significato che esso aveva al tempo di Gesù, sia ancora perché il linguaggio apocalittico che viene utilizzato rischia di trarci in inganno facendoci pensare che dia delle indicazioni per calcolare tempi e luoghi precisi dell’avvento del Signore.
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13 dicembre 2024
Gesù utilizza un linguaggio di tipo apocalittico per porre uno sguardo lucido sulla situazione del mondo. Un mondo con la sua storia passata, quella dei Maccabei (profeta Daniele), quella presente con l’occupazione Romana, e quella futura, annunciando degli eventi che, in fin dei conti, ripetendosi periodicamente sono delle catastrofi persino “prevedibili” in effetti, le vediamo e ne soffriamo ancora oggi. Gli autori biblici hanno spesso reinterpretato le profezie bibliche precedenti per attualizzarle.
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12 dicembre 2024
Con il Vangelo di oggi inizia il quinto e ultimo discorso di Gesù che l’evangelista Matteo ci presenta come buona notizia. Sì, buona notizia, sebbene il genere apocalittico possa farci tremare. Come ci fanno tremare le notizie che imperversano ancora oggi, purtroppo, nel nostro mondo lacerato.
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11 dicembre 2024
Con il testo odierno si conclude la lunga requisitoria di Gesù alle guide religiose giudaiche del suo tempo che occupa l’intero capitolo 23 di Matteo. Nei giorni scorsi abbiamo già notato la durezza di queste parole che veicolano un giudizio di condanna apparentemente senza appello; restiamo come disorientati, non riuscendo a riconoscervi il Gesù della montagna che predica l’amore e il perdono.
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10 dicembre 2024
Gesù continua il suo discorso di rimprovero contro scribi e farisei che, potremmo dire sinteticamente, è una declinazione articolata del grande tema dell’ipocrisia: è la doppiezza del cuore e della vita, di cui scribi e farisei sono l’icona tristemente più eclatante.
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9 dicembre 2024
È un fenomeno umano abbastanza attestato di ogni tempo e di ogni cultura religiosa, il passaggio dalla fede alla religione. La fede è propria degli inizi di una storia. È un atto di fiducia incondizionato verso Dio, che si percepisce come presenza operante nelle nostre vite; che non chiede nulla se non appunto di fidarsi delle sue promesse anche quando non sembrano così evidentemente realizzabili.
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