Ospitalità 2024
Ogni volta che riandiamo con la memoria ai vostri volti, amici e ospiti che avete sostato a Bose, si rinnova in noi un sentimento di stupore e gratitudine per l’opportunità che ci viene offerta di condividere un piccolo tratto di strada, la testimonianza di vita di cui ciascuno è portatore, la varietà delle provenienze ecclesiali che arricchiscono la nostra fede.
La visita di monaci e monache è un dono prezioso che alimenta il legame fraterno con le rispettive comunità: i monasteri di Amelia, Città di Castello, Dumenza, Isola S. Giulio, En Calcat, Pra ‘d Mill, Serra San Bruno, Brecht e la comunità monastica al-Khalil di Dayr Mar Musa in Siria. Nel mese di ottobre le sorelle della comunità di Tibériade (Belgio) hanno vissuto a Bose il loro ritiro annuale; per noi un’occasione unica di conoscenza delle rispettive forme di vita monastica.
Dalla primavera all’autunno numerose tende colorano le piazzole attorno alla base scout adiacente alla comunità; sono quelle dei gruppi provenienti da diverse parti d’Italia e accolti per fare una route di servizio, un’uscita o per partecipare ai campi di formazione organizzati dall’Agesci.
Ricordiamo chi ha spezzato per noi il pane della Parola nell’ambito dei corsi biblici (Lidia Maggi e Angelo Reginato, Luigi Santopaolo, Daniel Marguerat), chi l’ha messa in dialogo con i maestri della letteratura (d. Paolo Alliata), e chi ci ha suggerito vie di approfondimento su temi attinenti la vita ecclesiale e civile in occasione dei “confronti”: Fulvio Ferrario, della Facoltà valdese di teologia, con una riflessione su “La fede cristiana nell’Europa areligiosa” e Luigino Bruni, dell’Università Lumsa, che ci ha sollecitato a partire dalla domanda: “Ha ancora senso parlare oggi di profezia?”. Vogliamo menzionare anche gli artisti che ci hanno fatto assaporare la loro ricerca di bellezza nel campo musicale (Gian Luca Rovelli, Nadio Marenco, Luca Garlaschelli, Lucia Martinelli) e della fotografia (Michael Kenna). Le proposte in calendario includono annualmente un corso di introduzione alla scrittura iconografica, che si avvale anche della cura di M. Grazia Reggi; corsi di ebraico biblico (livello elementare e avanzato); i fine settimana riservati alle famiglie con i loro bambini, che ci rallegrano con la loro spensieratezza.
Ma accanto alle iniziative organizzate c’è una modalità di accoglienza più ordinaria che offre quotidianamente spazi e tempi di ascolto, di preghiera, di condivisione della vita fraterna. Ne può avere un assaggio anche chi tra voi è solo di passaggio, durante una pausa di lavoro o lungo il cammino che porta al santuario di Oropa. Sono infatti sempre più numerosi i pellegrini lungo questo percorso che si prendono una breve sosta di ristoro a Bose, occasione in cui a volte anche un semplice saluto dà la possibilità di un incontro personale, che in qualche caso si rinnova nel tempo.
Mentre chiudiamo queste notizie, sono in mezzo a noi per qualche giorno due vescovi della Chiesa assira dell’Iraq, mar +Abris di Erbil e mar +Elia di Bagdhad, che ci hanno portato anche il saluto e la benedizione del loro patriarca mar +Awa II, già nostro ospite. Insieme ci siamo rallegrati della comunione che esiste tra nopi e del recente inserimento nel martirologio latino di Isacco il Siro, che con la sua vita e i suoi insegnamenti è stato nei secoli riferimento spirituale di tutte le chiese, d’oriente come d’occidente.