Ascolto e sequela
Fratelli, sorelle
il prologo della nostra Regola prosegue con queste parole:
“Segui, come discepolo, il tuo maestro, nell’ascolto della sua parola: sia che tu vegli sia che tu dorma, la notte e il giorno, essa germoglia e cresce senza che tu sappia come” (RBo 1).
L’ascolto della parola di Dio, nella liturgia, nella lectio comunitaria, ma particolarmente nella lectio divina personale in cella, è forma quotidiana di sequela di Cristo. Cristo non lo si segue solo nella vita comune e nel celibato, con il servizio fraterno, con la carità, con l’obbedienza, con il lavoro, con l’ospitalità, ma anzitutto con l’assiduità con la parola di Dio che ci dona conoscenza di Cristo e discernimento. Dunque con la vita in cella, con la vita interiore.
Non c’è sequela senza ascolto della Parola, perché lì si fonda sul saldo fondamento del vangelo l’obbedienza quotidiana, anzi le obbedienze, le sottomissioni e le rinunce che ogni giorno ci sono chieste dalle esigenze della vita quotidiana, dai bisogni dei fratelli e delle sorelle. Grazie all’ascolto che ci porta a introiettare il volere del Signore, noi possiamo vivere quelle situazioni come obbedienza al Signore che ci parla nel vangelo.
Seguire attraverso l’ascolto della parola significa poi iniziare un cammino trasformativo. Un cammino cioè di conversione, di cambiamento, perché aperto all’azione della grazia, un cammino che non ha nulla a che fare con un progetto prefissato, con un percorso prestabilito e con obiettivi da raggiungere, come emerge dall’espressione evangelica “senza che tu sappia come”. Sì, la parola germoglia e cresce senza che tu sappia come, e poiché l’ascolto è alla radice della preghiera, ecco che “la preghiera”, dice altrove la nostra Regola, “trasformerà senza che tu sappia come, il tuo essere, la tua vita personale e comunitaria, e la parola di Dio crescerà in te fino a dare frutto” (RBo 37).
Lì noi possiamo conoscere la verità della parabola del seme che porta frutto nel terreno di un cuore buono grazie all’ascesi di un ascolto che però dev’essere perseverante e non occasionale, altrimenti il frutto non nasce né cresce. Perciò fratelli e sorelle, siamo sobri e vigilanti perché il nostro avversario, il Divisore, come leone ruggente si aggira cercando una preda da divorare. Resistiamogli perseveranti nell’ascolto della parola di Dio. E tu, Signore, abbi pietà di noi.
fratel Luciano