La cella, custode della solitudine
La solitudine monastica trova nella cella un luogo peculiare e privilegiato, un elemento basilare della formazione monastica, tanto che a volte nella tradizione è designata come maestra, capace di insegnare
La solitudine monastica trova nella cella un luogo peculiare e privilegiato, un elemento basilare della formazione monastica, tanto che a volte nella tradizione è designata come maestra, capace di insegnare
Ciò che in questi giorni di emergenza sanitaria sta avvenendo, a noi come a milioni di altre persone, è una strana obbedienza a una situazione confusa e a provvedimenti che influiscono anche pesantemente nella nostra vita monastica quotidiana. Come del resto stanno invadendo e stravolgendo le vite di singoli e famiglie, di lavoratori e aziende, di tutti.
Fratelli, sorelle,
la nostra Regola al paragrafo 16 più volte parla di crisi che può investire la comunità e che attraversa e colpisce il singolo: possono venire tempi in cui “la comunità conosce giorni cattivi”, “tempi di non chiarezza”, così come per il singolo vengono giorni in cui “tu metti in discussione la tua vocazione”. Ciò che forse stupisce è che la Regola afferma a un certo punto che “queste crisi invero sono salutari” (RBo 16).