Sintesi dei lavori del 1 giugno
XI Convegno Liturgico Internazionale Bose, 30 maggio – 1° giugno 2013
IL CONCILIO VATICANO II
Liturgia, Archittetura, Arte
Organizzato dal Monastero di Bose
in collaborazione con Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici
della Conferenza Episcopale Italiana e «Rivista Liturgica»
SINTESI DEI LAVORI DEL 1 GIUGNO
I lavori della mattinata conclusiva di sabato 1° giugno sono stati inaugurati dalla relazione del Prof. Patrick PRÉTOT, monaco benedettino de La Pierre qui Vire (France) e docente presso l’Institut Supérieur de Liturgie dell’Institut Catholique de Paris. La sua ouverture, mettendo in dialogo la teologia liturgica con l’ecclesiologia, ha proposto una riflessione sul futuro della liturgia e sul futuro della Chiesa, secondo una triplice prospettiva: un approccio teologico, con la categoria del mistero, un punto di vista più antropologico, con la questione della formazione, e, infine, una riflessione sul progetto artistico come fonte per pensare la futuro.
L’unità di queste prospettive è data dal «principio di obbedienza alla Parola», dall’invito all’ascolto. «Infatti, nessun liturgia merita i nostri sforzi, se non porta all’obbedienza alla Parola di Dio. La liturgia trova la sua finalità propria nella comunione con Colui che in mansuetudine e pazienza, certo, ma anche con potenza, chiama tutti alla conversione. Non è la liturgia ad essere importante, ma il cammino di conversione che la liturgia ci fa vivere. Non è la liturgia ad essere importante, ma ciò che essa annuncia: il Cristo Salvatore dell’umanità, salvatore di tutti e di tutte le ogni situazioni. Non è la liturgia ad essere importante, lo Spirito Santo che ci fa dire nella liturgia, Abba, Padre».
In seguito, il Cardinal Godfried DANNEELS, Arcivescovo emerito di Malines-Bruxelles, ha riletto l’oggi del Concilio, a partire dalla bellezza della liturgia: «La liturgia ha una bellezza specifica sua propria – ha concluso il relatore –. Oltre a una bellezza estetica che spesso non è assente, essa possiede la bellezza che è propria del linguaggio verbale e gestuale dell’umanità e del mondo delle religioni. Questa foresta di simboli che forma il tesoro dell’universo religioso dell’umanità è un universo di supporti materiali segnato da una potenza di riferimento, non appena l’uomo l’abbia toccata con le sue mani. Questa molteplicità di significati che il mondo creato possiede è il fondamento d ogni bellezza. Tutto il creato parla senza proferire parola. Ma la liturgia cristiana possiede anche un’altra bellezza: quella dei misteri di Cristo. La sovra-determinazione di un supporto umano come l’acqua, il pane, il vino, l’olio, e dei gesti del corpo umano, in particolare la parola, crea ancora un’altra bellezza, visibile unicamente da coloro che hanno lo sguardo della fede. Infatti tutto ciò che Cristo ha fatto nella sua vita storica è passato nella liturgia della chiesa. Questa bellezza non è un ornamento in più. No, coincide con la liturgia stessa, è costitutiva della liturgia: la liturgia è bella. Essa rende presenti i misteri, ed è questa la sua vera bellezza. Essa non ha uguali nell’universo della bellezza».
Poi, il Prof. Albert GERHARDS, docente presso il Seminar für Liturgiewissenschaft dell’Università di Bonn, ha presentato una sintesi dei lavori del Convegno.
- La liturgia deve affrontare la questione del trattamento degli «opposti», in una dialettica fra contrapposizione e complementarità.
- Si deve riconoscere che esegesi opposte, finanche contraddittorie, della Sacrosanctum Concilium sono già interne al documento stesso.
- Per mettere in dialogo i due modi di interpretare i documenti conciliari, è necessaria una rilettura critica dei documenti stessi.
- La liturgia sembra quasi esistente nell’ambito della cosiddetta nuova evangelizzazione e nella teologia stessa.
- La relazione fra Chiesa e arte deve riconoscere che le belle arti non sono totalmente al servizio della liturgia (come opus Dei), ma si trovano anche allo stesso livello della liturgia (come opus hominis), e fanno così parte integrante dell’ars celebrandi.
- L’arte nella Chiesa e nella liturgia deve abitare la tensione fra pienezza e riduzione, fra concretizzazione e astrazione.
- Il rinnovamento liturgico è un compito permanente per la Chiesa e la dimensione ecumenica è qui indispensabile.
- La liturgia del futuro dipende essenzialmente da un’estetica insieme tradizionale e contemporanea.
- La sensibilizzazione per le dimensioni estetiche è uno dei compiti più importanti della formazione liturgica.
Infine il Priore di Bose, fr. Enzo BIANCHI, ha rivolto ai partecipanti il saluto conclusivo.