9 maggio

Nikolaus von Zinzendorf (1700-1760)
pastore

Il 9 maggio del 1760 muore nella sua comunità di Herrnhut Nikolaus Ludwig von Zinzendorf, vescovo luterano e riformatore religioso tedesco.
Cresciuto a Dresda ed educato a motivo della prematura morte del padre in un ambiente quasi unicamente femminile, Zinzendorf maturò un'affettività e una spiritualità profondamente intimistiche. Ad esse egli tuttavia affiancò una solida formazione biblica e un'assidua frequentazione dei testi di Lutero e del pietismo tedesco. Di famiglia nobile, quindi libero da preoccupazioni finanziarie e naturalmente inserito nelle alte sfere del governo della Sassonia, egli poté dedicarsi allo studio e ai viaggi, mediante i quali maturò il grande sogno che animerà tutto il suo impegno apostolico: promuovere una comunità interconfessionale dove le differenze potessero convivere e dove l'unità doveva essere realizzata mediante una «teologia del cuore». Con quest'espressione, lungi dal designare una semplificazione irenistica dei problemi della fede, egli intendeva l'attaccamento nel profondo di ogni uomo alla verità essenziale della fede, cioè la rivelazione dell'amore misericordioso di Dio nella croce di Cristo. Nel 1722 egli cominciò a dare ospitalità ai Fratelli moravi, in fuga dalla loro terra caduta sotto il dominio dell'Austria cattolica. Ad essi egli dedicherà il resto della sua vita, come padre spirituale e quindi anche come vescovo luterano a partire dal 1737.
Gli ultimi anni della sua vita, spesi viaggiando fra Londra e la sua comunità in Sassonia, furono dedicati alla costruzione di una comunità e di una chiesa universali.


TRACCE DI LETTURA

Quando avevo otto anni, passai una notte senza dormire, e pensavo a un vecchio canto che mia nonna mi aveva cantato per farmi addormentare. Mi inoltrai in una meditazione e poi in un ragionamento così profondi che ne persi quasi il senso. Le idee più sottili degli atei s'installarono nella mia mente e ne fui penetrato fino all'intimo... Ma poiché il mio cuore apparteneva al Salvatore e io gli ero rimasto fedele con una dedizione dolce e delicata, fino a pensare che se mi fosse apparso un altro Dio avrei preferito essere dannato assieme al mio Salvatore piuttosto di essere felice con un altro Dio, le speculazioni e i ragionamenti che non cessavano di assalirmi non ebbero altro effetto che quello di angosciarmi un poco e di rubarmi il sonno, senza però che il mio cuore potesse subirne il benché minimo turbamento. A partire da quel giorno, presi la ferma risoluzione di restare attaccato così sinceramente alla verità afferrata dal mio cuore, e in particolare alla teologia delle croce e del sangue dell'Agnello, che io posi tale convinzione alla base di ogni altra verità, rigettando risolutamente tutto ciò che non avrei potuto dedurre da quella verità fondamentale.

(N. L. von Zinzendorf,  Discorsi )


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (1 bašans/genbot):
Nascita della vergine Madre di Dio

LUTERANI:
Nikolaus von Zinzendorf, vescovo in Sassonia

MARONITI:
Isaia (VII-VI sec. a.C.), profeta
Quinto concilio ecumenico (553)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Isaia, profeta
Cristoforo (+ 250 ca), megalomartire, e compagni
Stefano (+ 1396), vescovo della Grande Perm (Chiesa russa)
Ritrovamento delle reliquie di Ioannichio di Devic (+ 1430), anacoreta (Chiesa serba)

8 maggio

Beati martiri trappisti di Tibhirine (+ 1996)
martiri

Il 21 maggio del 1996, un comunicato del Gruppo Islamico Armato, organizzazione estremista algerina, annuncia l'avvenuta esecuzione dei sette monaci trappisti rapiti due mesi prima al monastero di Notre-Dame de l'Atlas. È la conclusione di un itinerario di testimonianza evangelica spintosi fino a rendere presente l'Emmanuele, il Dio-con-noi, in mezzo all'inimicizia che dilaga tra gli uomini. Il cammino dei monaci dell'Atlas era cominciato nel lontano 1938, con l'insediamento di alcuni di loro nella regione di Tibhirine per testimoniare nel silenzio, nella preghiera e nell'amicizia discreta la fratellanza universale dei cristiani.
La comunità era stata molto prossima alla chiusura negli anni '60, ma aveva conosciuto un forte rilancio spirituale per l'intervento diretto di diverse abbazie francesi e anche grazie alla guida del nuovo priore, frère Christian de Chergé. Proprio quest'ultimo ha lasciato ai posteri alcuni scritti di grande valore evangelico, nei quali trapela la makrothymía, la larghezza d'animo di chi, a somiglianza del Maestro, sa ormai vedere l'altro, il nemico stesso, con gli occhi di Dio. Accanto a lui saranno i suoi fratelli Bruno, Célestin, Christophe, Luc, Michel e Paul a condividere sino alla morte ogni gioia e ogni dolore, ogni angoscia e ogni speranza, e a donare interamente la vita a Dio e ai fratelli algerini. Con il precipitare degli eventi essi avevano deciso insieme di rimanere in Algeria, e avevano intessuto profondi legami di dialogo e di approfondimento spirituale con i musulmani residenti nella regione. La morte cruenta di questi monaci, che ha riportato all'attenzione dei cristiani d'occidente la possibilità del martirio presente in ogni vita veramente cristiana, ha trasmesso a ogni uomo capace di ascolto la convinzione che solo chi ha una ragione per cui è disposto a morire ha veramente una ragione per cui vale la pena di vivere.


TRACCE DI LETTURA

Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese. Venuto il momento, vorrei avere quell'attimo di lucidità che mi permettesse di sollecitare il perdono di Dio e quello dei miei fratelli in umanità, e nel tempo stesso perdonare con tutto il cuore chi mi avesse colpito.

Evidentemente, la mia morte sembrerà dar ragione a quelli che mi hanno rapidamente trattato da ingenuo o da idealista... Ma costoro devono sapere che sarà finalmente liberata la mia più lancinante curiosità. Ecco che potrò, se piace a Dio, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i suoi figli dell'islam come lui li vede, totalmente illuminati dalla gloria di Cristo, frutti della sua passione, investiti del dono dello Spirito, la cui gioia segreta sarà sempre lo stabilire la comunione e il ristabilire la somiglianza, giocando con le differenze.
E anche a te, amico dell'ultimo minuto, che non avrai saputo quel che facevi. Sì, anche per te voglio questo grazie e questo ad-Dio profilatosi con te. E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due. Amen! Insh'Allah.

(fr. Christian de Chergé, Testamento spirituale)


Giuliana di Norwich (ca 1343-1417)
testimone

L'8 maggio del 1373, una giovane donna di Norwich di cui non conosciamo il nome, si ammala gravemente ed è vicina alla morte. Ma all'improvviso, secondo il suo stesso racconto, essa cessa di soffrire ricevendo una serie di sedici visioni nelle quali contempla l'amore di Dio per gli uomini rivelato nella passione di Cristo.
Riacquistata la piena salute fisica, per vent'anni quella donna si dedicò a rimeditare sul significato della misteriosa esperienza che aveva vissuto. Ne nacque il libro delle Rivelazioni dell'amore di Dio, il primo scritto da una donna in lingua inglese. In pagine dalle quali trapela una profonda conoscenza delle fonti bibliche e patristiche nonché della letteratura medievale, l'anonima autrice trasmette ai suoi lettori, in un succedersi sorprendente di pensieri sobri e illuminati, la consapevolezza che tutto l'essere dell'uomo riceve senso dal fatto di essere posto tra le mani amorose di Dio. Terminata la redazione delle Rivelazioni, la mistica di Norwich visse facendo l'anacoreta nei pressi della chiesa di San Giuliano a Conisford. Per questo diverrà nota ai posteri come Giuliana di Norwich.
Lo straordinario contenuto spirituale e teologico delle Rivelazioni di Giuliana di Norwich, quale che ne sia l'origine, testimonia una profonda esperienza della misericordia di Dio, accompagnata da un'educazione religiosa che probabilmente soltanto in un monastero una donna avrebbe potuto ricevere a quei tempi.
Giuliana morì intorno al 1417, e rimase per lo più sconosciuta fino agli inizi del XX secolo, quando fu riscoperta la redazione breve delle sue Rivelazioni e ne furono apprezzati la profondità teologica e il messaggio spirituale, fra i più evangelici e profondi di tutto il medioevo.


TRACCE DI LETTURA

Dal primo momento in cui ebbi queste rivelazioni, spesso desiderai sapere cosa intendesse nostro Signore. Più di quindici anni dopo mi fu data in risposta una comprensione spirituale, e mi fu detto: «Bene, vorresti dunque sapere cosa ha inteso il tuo Signore e conoscere il senso di questa rivelazione? Sappilo bene: amore è ciò che lui ha inteso. Chi te lo rivela? L'amore. Che cosa ti rivela? Amore. Perché te lo rivela? Per amore. Rimani salda nell'amore, e lo conoscerai sempre più a fondo. Ma in lui non conoscerai mai cose diverse da questa, per l'eternità».

(Giuliana di Norwich, Rivelazioni dell'amore di Dio 86)


PREGHIERA

Dio di santità,
fondamento della nostra supplica,
tu hai rivelato attraverso la tua serva Giuliana
le meraviglie del tuo amore:
tu che ci hai creati nella tua natura
e restaurati mediante la tua grazia,
accorda alle nostre volontà di essere unificate alla tua,
perché possiamo giungere alla tua visione
posando per sempre su di te il nostro sguardo.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
1Re 19,9-13; 1Cor 13,8-13
; Gv 20,11-18


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Giuliana di Norwich, autrice spirituale

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Vittore di Milano (+ 303 ca), martire (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (30 barmūdah/miyāzyā):
Marco, evangelista, 1° patriarca di Alessandria

LUTERANI:
Gregorio di Nazianzo (+ 390 ca), dottore della chiesa

MARONITI:
Giovanni l'Evangelista, apostolo
Arsenio il Grande (+ 445 ca), monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
La santa «manna» effusa dalla tomba di Giovanni il Teologo
Arsenio il Grande, anacoreta

SIRO-OCCIDENTALI:
Samona e i suoi 7 figli (+ 166 a.C.), martiri Maccabei

7 maggio

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (29 barmūdah/miyāzyā):
Erasto (I sec.), uno dei 70 discepoli (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Ottone il Grande (+ 1525), imperatore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
L'apparizione della Croce a Gerusalemme (351)
Sava (+ 1681), metropolita di Ardeal (Chiesa serba)

6 maggio

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (28 barmūdah/miyāzyā):
Milio (?), monaco e martire (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Federico il Saggio (+ 1525), sostenitore della Riforma in Sassonia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Giobbe il Giusto, profeta

5 maggio

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Filippo, apostolo (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (27 barmūdah/miyāzyā):
Vittore il Generale (IV sec.), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Gottardo (+ 1038), vescovo a Hildesheim

MARONITI:
Irene di Maghedon (IV sec.), martire
Pelagia di Tarso (IV sec.)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Irene di Maghedon, megalomartire

4 maggio

Martiri inglesi dell'epoca della Riforma (XIV-XVII sec.)

La Chiesa d'Inghilterra fu insanguinata tra il XIV e il XVII secolo da una lunga serie di conflitti intestini. Sia le lotte di natura ecclesiale, sia quelle motivate dall'inestricabile connubio tra potere politico e religione, furono una grave contraddizione all'insegnamento di Gesù su come si debba esercitare l'autorità nelle comunità cristiane.
La violenza esplose soprattutto nel corso del XVI secolo: la fazione ecclesiale che di volta in volta deteneva il potere non risparmiò a chiunque la pensasse diversamente ogni sorta di angheria e persecuzione. Con il sangue pagarono Thomas More, John Fisher, Thomas Cranmer, Edmund Campion e moltissimi altri che non conobbero l'onore degli altari, ma che furono vittime della convinzione che l'intera verità fosse appannaggio di un solo gruppo sociale o ecclesiale.
Per questa ragione, nel mutato clima tra le chiese e per non dimenticare a quali contraddizioni all'Evangelo può portare il connubio tra l'intolleranza verso il diverso e la confusione fra autorità religiosa e potere politico, gli anglicani ricordano oggi tutti i martiri, di ogni confessione cristiana, che in tale periodo subirono il martirio in odio a quella fede che ciascuno riteneva nella propria coscienza pienamente conforme agli insegnamenti di Cristo.

RACCE DI LETTURA

Dobbiamo riconoscere onestamente il motivo per cui noi ricordiamo alcune cose e altri ne ricordano altre. Allora impareremo a vedere che coloro i quali soffrirono e morirono, a dispetto delle loro differenze, morirono tutti per l'unico Cristo che ciascuno cercava di servire e di seguire. E' questo a definire un martire. I martiri trascendono le nostre cause, le nostre percezioni parziali della verità. Essi appartengono a tutti noi, perché testimoniano la signoria di Cristo su ogni uomo che si dica suo discepolo (Mark Santer, da Il loro e il nostro Signore).

PREGHIERA

Dio misericordioso,
quando la tua chiesa
era lacerata in questo mondo
dalle devastazioni del peccato,
hai fatto sorgere uomini
che testimoniarono nella storia
la loro fede con coraggio e perseveranza:
dona alla tua chiesa la pace secondo la tua volontà
e accorda a coloro
che sono stati divisi sulla terra di riconciliarsi in cielo
per condividere la visione della tua gloria.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.

LETTURE BIBLICHE
Is 43,1-7; 2Cor 4,5-12; Gv 12,20-26


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Santi e martiri inglesi dell'epoca della Riforma

COPTI ED ETIOPICI (26 barmudah/miyazya):
Sisinnio di Antiochia (III-IV sec.), martire (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Michael Schirmer (+1673), poeta a Berlino

MARONITI:
Monica (+387), madre di Agostino

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Pelagia di Tarso (IV sec.), martire

VETEROCATTOLICI:
Viborada (+926), eremita e martire

3 maggio

Filippo e Giacomo
apostoli

Tutte le chiese d'occidente celebravano un tempo al 1° maggio la festa degli apostoli Filippo e Giacomo, che la chiesa cattolica ha trasferito a questo giorno a partire dal XIX secolo, quando venne istituita la seconda festa di san Giuseppe.
Filippo e Giacomo furono ricordati insieme a partire dal VI secolo, quando venne dedicata a Roma la basilica dei Santi Apostoli, in cui furono deposte le loro reliquie. Filippo era originario di Betsaida, come Andrea e Pietro, e il quarto evangelo lo presenta come uno dei primi chiamati e uno degli apostoli più vicini a Gesù. Gesù si rivolge a lui nella prima moltiplicazione dei pani, a lui i greci chiedono che mostri loro il Signore, e lui stesso chiede a Gesù: «Mostraci il Padre».
Secondo un'antica tradizione, Filippo predicò il vangelo in Asia Minore e morì in Frigia. L'apostolo Giacomo oggi ricordato è identificato nella chiesa latina con il figlio di Alfeo e nel contempo con il fratello di Gesù, divenuto poi il primo responsabile della comunità giudeocristiana di Gerusalemme. L'esegesi moderna preferisce separare questi due personaggi, come del resto anche la liturgia bizantina, che li celebra rispettivamente il 9 e il 25 ottobre. Giacomo fu uno dei testimoni privilegiati della missione di Gesù, e fu uno dei primi ai quali fu concesso di fare esperienza del Risorto. Dopo la partenza di Pietro, fu lui a governare la chiesa madre di Gerusalemme. Eusebio ci parla della sua santità ricordandolo come un grande intercessore per il popolo.
A Giacomo è attribuita la prima delle lettere cattoliche, indirizzata ai giudeocristiani della diaspora. Egli ebbe un ruolo importante nel concilio di Gerusalemme e, secondo la tradizione, morì martire all'inizio degli anni 60 del I secolo, gettato dal pinnacolo del Tempio mentre pregava con le stesse parole di Gesù Cristo: «Signore, perdona loro, perché non sanno quello che fanno».


TRACCE DI LETTURA

I beati apostoli, primizie del gregge santo di Cristo agnello pasquale, videro lo stesso Signore Gesù pendente dalla croce, soffrirono per lui che moriva, si ritrassero spaventati davanti a lui risorto, lo amarono nella sua potenza e dettero anch'essi il sangue in cambio di quello che avevano visto versare. Considerate, fratelli, la portata dell'evento per il quale degli uomini furono inviati in tutto il mondo ad annunziare, di un uomo morto, che era asceso al cielo, e a causa di tale annunzio soffrirono tutto ciò che il mondo dissennato imponeva loro: perdite, esilio, carcere, tormenti, fiamme, belve, croci, morte. Non sappiamo il perché di tutto questo? Pietro moriva forse per una gloria personale, o presentava se stesso? Qualcuno moriva perché un altro fosse onorato; uno veniva messo a morte perché fosse un altro a ricevere adorazione. Potrebbe far questo chi non fosse stato animato dal fuoco della carità e dall'intima coscienza della verità?

(Agostino, Discorso 311,2)


PREGHIERA

Dio nostro Padre,
che ti sei mostrato nel Figlio a Filippo
e hai concesso a Giacomo di vedere Gesù risorto,
accordaci di comunicare sempre
al mistero della morte e della resurrezione di Gesù,
e noi contempleremo la gloria del tuo volto
benedetto nei secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
1Cor 15,1-7; Gv 14,6-14


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Filippo e Giacomo, apostoli (calendario romano e ambrosiano)
Ritrovamento della santa Croce (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (25 barmūdah/miyāzyā):
Sara e i suoi due figli (IV sec.), martiri (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Filippo e Giacomo il Minore, apostoli

MARONITI:
Ritrovamento della Croce; Timoteo e Maura (+ 286 ca), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Timoteo e Maura di Tebe, martiri
Ioasaf delle Meteore (+ 1422), monaco (Chiesa serba)

VETEROCATTOLICI:
Geremia (VI sec. a.C.), profeta