26 settembre

Cosma e Damiano (+ ca 303)
martiri

All'inizio del IV secolo, muoiono martiri in Palestina i due medici Cosma e Damiano, noti in oriente come i santi « anargiri» (senza denaro). Secondo la tradizione, essi erano originari dell'Arabia, ed esercitarono con grande carità la loro professione nei pressi di Ege, in Cilicia. Cosma e Damiano dedicarono tutta la vita a curare i malati, senza chiedere compensi per le loro prestazioni, anche perché erano fermamente persuasi che non fosse lecito possedere in proprio alcun bene per chi è discepolo del Signore. Cristiani convinti, essi si adoperarono nel contempo per confessare pubblicamente la loro fede, vero sostegno e alimento della loro attività taumaturgica. Per questo caddero vittime, sempre secondo la tradizione, della persecuzione di Diocleziano, e furono decapitati nell'anno 303. Grazie all'imperatore Giustiniano, il loro culto divenne popolarissimo in tutta la cristianità, e i medici di tutto il mondo li assunsero come loro patroni. Cosma e Damiano sono stati gli ultimi santi inseriti nel Canone Romano e la data odierna ricorda la dedicazione nel VI secolo della basilica a loro intitolata nel Foro Romano.


TRACCE DI LETTURA

Il proconsole Lisia, essendo venuto a conoscenza della fama dei due santi, se li fece venire davanti e chiese loro come si chiamassero, quale fosse la loro patria e la loro condizione.
Dissero i santi martiri: «I nostri nomi sono Cosma e Damiano e abbiamo altri tre fratelli: Antimo, Leonzio ed Euprepio; la nostra patria è l'Arabia e come cristiani non possediamo ricchezze».
(Jacopo da Varagine, Leggenda aurea)


PREGHIERA

Noi facciamo memoria
dei santi Cosma e Damiano
per glorificare te, Signore,
poiché la tua mirabile provvidenza
ha donato loro la gloria senza fine
e a noi provvede ora il tuo aiuto,
attraverso Gesù Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE
1Gv 3,14-18; Mt 8,14-17


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Wilson Carlile (+ 1942), fondatore della «Church Army»

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Cosma e Damiano, martiri (calendario romano e ambrosiano)

Eusebio di Vercelli (1371), vescovo (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (16 tūt/maskaram):
Dedicazione dell'Anastasis a Gerusalemme (335)

LUTERANI:
Antonio Herrezuelo (+ 1559) e Leonor de Cisnere (+ 1568), martiri in Spagna

MARONITI:
Giovanni l'Amato, apostolo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Transito del santo e glorioso apostolo e teologo Giovanni evangelista

VETEROCATTOLICI:
Cosma e Damiano, martiri

25 settembre

Ketevan di Georgia (+ 1624)
martire

La Chiesa georgiana ricorda nella data odierna, corrispondente al 12 settembre del calendario giuliano, la martire Ketevan, una delle sante più popolari della Georgia. Ketevan era moglie del re Davide di Kakezia e madre del successore di quest'ultimo, il re Teimuraz. Essa fu perseguitata a motivo della sua fede ortodossa dal re di Persia, lo scià musulmano Abbas I, e trascorse quasi dieci anni imprigionata nella città di Shiraz. Qui Ketevan incontrò alcuni missionari agostiniani provenienti dal Portogallo, che furono a tal punto impressionati dalla sua testimonianza di fedeltà al cristianesimo da proporne, dopo la morte, la canonizzazione da parte del papa di Roma.
Dopo averla tenuta a lungo imprigionata senza veder mai venir meno la sua fede né quella dei suoi compagni, lo scià decise di porla dinanzi all'alternativa tra la conversione all'islam e la morte. Ketevan non ebbe dubbi, e si consegnò nella pace ai suoi aguzzini, che non le risparmiarono una lunga serie di torture prima di infliggerle il colpo decisivo. Ketevan morì il 12 settembre del 1624, e la sua fama si diffuse ben al di là della chiesa georgiana. Una parte dei suoi resti mortali fu infatti portata nelle Indie occidentali dai missionari cattolici; si parla di sue reliquie giunte fino alla cittadina belga di Namur. La martire Ketevan, per la sua singolare vicenda, rappresenta perciò in modo emblematico l'unità della chiesa che già esiste quando vi sono uomini e donne che testimoniano fino all'estremo la loro fedeltà al vangelo.


PREGHIERA

Colpita dal desiderio di Dio,
ti facesti carico di molte sofferenze
e patisti con coraggio
ogni sorta di tortura.
Tu che al posto
di un effimero regno terrestre
hai guadagnato
il regno senza fine dei cieli,
tre volte beata Ketevan,
prega Cristo Dio
per la salvezza delle nostre anime.


LETTURE BIBLICHE

2Cor 6,1-10; Lc 7,36-50


Lancelot Andrewes (1555-1626)
pastore e innografo

Nel 1626 muore all'età di 71 anni, nella pace e nella preghiera, Lancelot Andrewes, vescovo anglicano di Winchester.
Andrewes era nato a Londra nel 1555, ed era il primogenito di una ricca famiglia di mercanti. Egli mostrò presto una tale propensione allo studio e alla vita interiore che i suoi genitori gli consentirono di proseguire la formazione fino a diventare professore a Cambridge e a Oxford.
Uomo di enorme erudizione, Andrewes fu ordinato diacono e poi presbitero, e col passare degli anni seppe essere anche un notevole uomo di azione, capace di rimanere all'altezza dei numerosi incarichi affidatigli dalla chiesa e poi dal re d'Inghilterra, che lo volle come suo confessore personale.
Andrewes prese parte alla nuova traduzione inglese della Bibbia e, suo malgrado, alle controversie teologiche del tempo fra Roma e Canterbury; ma fu un accanito oppositore di ogni interpretazione dei canoni ecclesiastici non rispettosa delle persone coinvolte in giudizio dalla chiesa.
Eletto vescovo di Chichester nel 1605, e più tardi trasferito alla sede di Winchester, egli fu per tal motivo membro di diritto del Parlamento inglese. Andrewes in qualità di parlamentare cooperò con il governo ogni volta che all'ordine del giorno vi erano questioni inerenti alla chiesa ma si rifiutò sempre di compiere ingerenze in campi non strettamente collegati alla fede cristiana.
Alla sua morte, nel 1626, venne alla luce, grazie alla pubblicazione postuma dei suoi sermoni e delle sue Preces privatae, l'enorme ricchezzí della sua vita spirituale; egli fu infatti, seppur nel nascondimento, uno dei più grandi uomini di preghiera della chiesa di ogni tempo.


TRACCE DI LETTURA

La mia preghiera sgorghi,
salga fino a te, entri,
compaia al tuo cospetto, trovi grazia,
si faccia prossima a te;
e non lasciare che torni a me sterile, ma,
poiché tue sono la scienza, la forza e la volontà,
ascolta, porgi l'orecchio,
sii attento e guarda,
coniprendi,
ascolta,
esaudisci e agisci.
(L. Andrewes, Preces privatae)


PREGHIERA

Signore Dio,
che hai dato a Lancelot Andrewes
molti doni del tuo santo Spirito
rendendolo un uomo di preghiera
e un pastore del tuo popolo:
porta a compimento in noi
ciò che manca ai nostri doni,
accresci la nostra fede,
rafforza la nostra speranza,
accendi il nostro amore,
e vivremo alla luce della tua grazia e della tua gloria.
Attraverso Gesù Cristo,
tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Is 6,1-8; 1P 5,1-4; Mt 13,44-46.52


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
LancelotAndrewes, vescovo di Winchester, autore spirituale
Sergio di Radonež: (+ 1392), riformatore monastico russo, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Anatalo (II-III sec.) e tutti i santi vescovi milanesi (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (15 tūt/maskaram):
Traslazione delle reliquie di Stefano a Gerusalemme (Chiesa copta)

LUTERANI:
Paul Rabaut (+ 1794), testimone della fede in Francia

MARONITI:
Pafnuzio (IV sec.), monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eufrosina di Alessandria (V sec.), monaca
Ketevan, martire
Dositeo di Tbilisi (XVIII sec.), martire (Chiesa georgiana)

SIRO-ORIENTALI:
Tahmazgerd (+ 445), martire (Chiesa assira)

24 settembre

Silvano dell'Athos  (1866-1938)
monaco

Nel 1938 muore al monte Athos lo starec Silvano. Semën (Simeone) Ivanovič Antonov era nato nel 1866 a Šovsk, in Russia, da una famiglia di poveri contadini, ed era entrato nel 1892 nel monastero athonita di San Panteleimon. La sua parabola monastica fu una straordinaria ricerca di docilità all'azione dello Spirito santo. Silvano aveva infatti cominciato ad avvertire da giovane la presenza dello Spirito nel suo cuore, e aveva deciso di dedicarsi interamente a custodire mediante la preghiera il dono ricevuto. Nominato economo del monastero, egli continuò a riservare ogni giorno un tempo ragguardevole per la preghiera, pur avendo ormai più di 200 monaci a cui provvedere. Ammaestrato dallo Spirito a riconoscere Gesù e in Gesù la misericordia del Padre, Silvano intraprese un cammino di assimilazione al suo Signore. Egli capì che solo nell'umiltà, nel riconoscersi «terra desolata», «carne di peccato», avrebbe potuto raggiungere la piena comunione con Cristo disceso agli inferi per amore di tutti gli uomini. Dopo aver provato di persona la desolazione, strappato egli stesso alla disperazione dalla voce del Signore che gli ripeteva: «Tieni il tuo spirito agli inferi e non disperare!», Silvano divenne un uomo capace di portare le sofferenze dei fratelli perché consolato nell'intimo dal Signore. Egli passò gli ultimi anni della sua vita a ricevere migliaia di persone che venivano dai luoghi più lontani per chiedere una parola o una preghiera : colui che ormai era noto a tutti semplicemente come lo « starec Silvano».


TRACCE DI LETTURA

Spirito santo, non abbandonarci! Quando tu sei in noi, l'anima avverte la tua presenza, trova in Dio la sua beatitudine: tu ci doni l'amore ardente per Dio. Spirito santo, non mi abbandonare! Quando ti allontani da me, i pensieri malvagi assalgono il mio cuore: l'anima mia piange lacrime amare.
(dagli Scritti di Silvano dell'Athos).

Abba Paisio pregava per un proprio discepolo che aveva rinnegato Cristo. Mentre pregava, gli apparve Cristo e gli disse: « Paisio, per chi stai pregando? Non mi ha forse rinnegato?». Ma il santo continuò ad aver compassione del proprio discepolo. Allora il Signore gli disse: « Paisio, tu mi sei divenuto simile mediante l'amore»
(Detto dei padri che Silvano amava ripetere)


PREGHIERA

Dio misericordioso,
che attraverso l'effusione dello Spirito santo
hai concesso a Silvano dell'Athos
di scendere con il suo spirito
agli inferi senza disperare,
e gli hai donato l'amore per i nemici:
per la sua testimonianza,
concedi anche a noi
di cantare il tuo amore
in questa vita e oltre la morte,
nei secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Gal 3,23-29; Gv 8,3-11


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Tecla (I sec.), vergine e martire (calendario ambrosiano)
Decollazione di Giovanni il Battista (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (14 tūt/maskaram):
Agatone lo Stilita (VII-VIII sec.), monaco (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Ermanno il Contratto (+ 1054), monaco e dottore a San Gallo

MARONITI:
Tecla d'Iconio, prima martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Tecla, megalomartire e uguale agli apostoli
Silvano dell'Athos, monaco

SIRO-OCCIDENTALI:
Domezio il Medico (IV-V sec.), monaco

23 settembre

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Tecla (I sec.), vergine e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (13 tūt/maskaram):
Miracolo di Basilio di Cesarea (Chiesa copta)

LUTERANI:
Maria de Bohorques (+ 1559), testimone fino al sangue in Spagna

MARONITI:
Annuncio a Zaccaria

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Concepimento del venerabile e glorioso profeta, precursore e battista Giovanni

22 settembre

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Maurizio di Agauno e compagni (III sec.), martiri (calendario ambrosiano e mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (12 tūt/maskaram):
Concilio dei 200 a Efeso (431) (Chiesa copta)

LUTERANI:
Maurizio (III-IV sec.), martire in Egitto
Johann Peter Hebel (+ 1826), teologo nel Baden

MARONITI:
Foca il Taumaturgo (+ 117), martire
Maurizio di Agauno e compagni, martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Foca il Taumaturgo, ieromartire
Giuseppe il Taumaturgo (+ 1515), igumeno di Volokolamsk;
Ritrovamento e traslazione delle reliquie di Teodosio (1896), arcivescovo di Černigov (Chiesa russa)

VETEROCATTOLICI
Maurizio e compagni , martiri

21 settembre

Matteo
apostolo ed evangelista

Oggi le chiese d'oriente e d'occidente ricordano Matteo, apostolo ed evangelista.
Levi-Matteo, figlio di Alfeo, era un esattore delle tasse a Cafarnao. Chiamato da Gesù alla sua sequela, egli fu tra coloro che lasciarono tutto - casa, fratelli e sorelle, padre e madre, amici, lavoro e beni - per andare dietro al Signore. Gli evangeli raccontano che Matteo il pubblicano diede un banchetto d'addio per i suoi amici, pubblicani e peccatori come lui, e che Gesù si recò a casa sua e pranzò con loro, mostrando così di essere venuto nel mondo non per i giusti ma per i peccatori. Matteo, secondo la tradizione, è l'autore del vangelo che porta il suo nome, destinato ai credenti in Gesù Messia venuti dall'ebraismo, e probabilmente scritto a qualche anno di distanza dalla redazione del vangelo secondo Marco. Quale scriba divenuto discepolo del regno dei cieli, egli fu capace di trarre dal proprio tesoro cose nuove e cose antiche, per rispondere ai problemi posti ai suoi interlocutori dalla distruzione del Tempio di Gerusalemme. Gesù, nell'opera matteana, è presentato come il nuovo Mosè che, con autorità divina, risale alla volontà stessa del Legislatore e porta così a compimento la rivelazione data da Dio sul Sinai. Non sappiamo con certezza in quali regioni Matteo abbia predicato il vangelo. Secondo la tradizione, in Siria o in Etiopia.

Le chiese appartenenti al patriarcato di Gerusalemme, di Mosca, di Serbia e di Georgia, e i monasteri del monte Athos, che seguono il calendario giuliano anche per le feste a data fissa, celebrano oggi la Nascita della Madre di Dio.


TRACCE DI LETTURA

Nel chiamare qualcuno, Gesù gli diceva che ormai gli restava una sola possibilità di credere in lui, cioè quella di abbandonare tutto e di andare con il Figlio di Dio fatto uomo. Con questo primo passo colui che si pone alla sequela è messo nella situazione di poter credere. Se non si mette a seguire, se resta indietro, non impara a credere. Colui che è chiamato deve uscire dalla propria situazione, in cui non gli è possibile credere, per entrare nella sola situazione in cui è possibile credere. Questo passo non ha in sé un valore programmatico, è giustificato solo dalla comunione con Gesù Cristo che così viene raggiunta. Finché Levi resta alla dogana o Pietro attende alle reti, essi possono esercitare onestamente la propria professione, possono avere antiche o nuove conoscenze di Dio, ma se vogliono imparare a credere in Dio, devono seguire il Figlio di Dio fatto uomo, devono andare con lui.
(D. Bonhoeffer, Sequela)


PREGHIERA

Dio d'amore,
attraverso tuo Figlio
hai chiamato Matteo
a lasciare le sicurezze e le ricchezze
per diventare apostolo:
concedi ai tuoi fedeli
la grazia di seguire Cristo
nel pentimento del cuore,
nella povertà di spirito
e nella misericordia verso tutti.
Egli è il nostro Signore,
e vive e regna nei secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Os 6,1-6; Mt 9,9-13


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Matteo, apostolo ed evangelista

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Matteo, apostolo ed evangelista

COPTI ED ETIOPICI(11 tūt/maskaram):
Basilide (III-IV sec.), martire

LUTERANI :
Matteo, evangelista

MARONITI:
Quadrato di Magnesia (I-II sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO CATTOLICI:
Chiusura della festa dell'Esaltatiione della Croce
Quadrato di Magnesia, apostolo

SIRO- ORIENTALI:
Matteo, apostolo ed evangelista (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Matteo, apostolo

20 settembre

John Coleridge Patterson, pastore, e compagni (+ 1871)
martiri

Nel 1871 muoiono martiri John Coleridge Patteson e i compagni sbarcati assieme a lui sull'isola melanesiana di Nukapu. Patteson era nato a Londra nel 1827; frequentando il college di Eaton, subì l'influenza di George Augustus Selwyn, primo vescovo della Nuova Zelanda e promotore di un'evangelizzazione pienamente rispettosa della cultura maori e dei diritti degli indigeni melanesiani. Ordinato presbitero nel 1855, Patteson lasciò l'Inghilterra e fondò la Missione melanesiana. Fu eletto primo vescovo dell'arcipelago, e si adoperò da subito per la formazione di clero e catechisti indigeni; i suoi metodi portarono a una rapida propagazione del cristianesimo nelle isole del Pacifico. Patteson dovette combattere soprattutto contro i mercanti di schiavi europei, autori in quegli anni di ripetute sortite in Melanesia, e venne barbaramente ucciso, assieme ad alcuni compagni di viaggio, proprio perché scambiato al suo arrivo in una nuova terra per uno di quegli schiavisti che aveva così a lungo contrastato. In questo giorno, le chiese anglicane ricordano tutti i martiri delle missioni in terra di Australia e nel Pacifico.


TRACCE DI LETTURA

Vedo crescere in me il senso di responsabilità. Dovrò ora uscire a svolgere il mio ministero senza Selwyn, e a volte mi lascio prendere dall'ansia, fino quasi a lasciarmi sopraffare. Ma verrà la forza, e non è il lavoro che facciamo a doverci confortare; se poi fallirò - il che è molto probabile - Dio metterà al mio posto un altro uomo, e la sua opera procederà, con o senza di me, ed è questo ciò che conta.
(dalla Vita di John Coleridge Patteson)


PREGHIERA

Dio di ogni tribù, popolo e lingua,
tu hai chiamato
il tuo servo John Coleridge Patteson
a rendere testimonianza
con la vita e con la morte
al vangelo di Cristo
tra le genti della Melanesia:
accordaci di udire la tua chiamata al servizio
e di rispondere con fiducia e con gioia
a Gesù Cristo, nostro Redentore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


Letture bibliche

2Cr 24,17-21; At 7,55-60; Mc 8,31-35


LE CHIESE RICORDANO ...

ANGLICANI:
John Coleridge Patteson, primo vescovo della Melanesia, e compagni, martiri

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Roberto Bellarmino (+ 1621), vescovo e dottore della chiesa (calendario ambrosiano)
Candida di Cartagine (III-IV sec.?), vergine e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (10 tūt/maskaram):
Nascita della Vergine (Chiesa copta; vedi all' 8 settembre)
Miracolo della Vergine a Saidnaya (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Carl Heinrich Rappard (+ 1909), evangelizzatore in Svizzera

MARONITI:
Eustazio e i suoi familiari (II sec.), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eustazio, megalomartire, e i suoi familiari