15 settembre

Caterina da Genova (1447-1510)
testimone

A Genova, nel 1510, muore dopo una lunga malattia e indicibili sofferenze Caterina, testimone dell'amore di Dio. Nata nel 1447 nell'illustre famiglia genovese dei Fieschi, dopo un'infanzia in cui aveva mostrato una forte tendenza al raccoglimento e alla preghiera, Caterina venne data in moglie a un uomo violento di famiglia ghibellina, in un matrimonio di pura convenienza. Dopo anni di sempre maggiore sconforto e disperazione, in cui la sua fede andò spegnendosi, Caterina fece improvvisamente esperienza della grazia e della consolazione del Signore, avvertendo la vocazione a vivere soltanto per corrispondere al grande amore e alla profonda dolcezza ricevuti nel proprio intimo. Passò così il resto dei suoi giorni a servire i malati più poveri, soprattutto i lebbrosi e le vittime della peste che era tornata a infuriare in città. Eletta direttrice dell'ospedale di Pammatone, in cui da anni assisteva gli infermi, Caterina fu raggiunta dal marito, toccato anch'egli dalla grazia della conversione. Attorno a lei si radunò un piccolo gruppo di discepoli, mossi dal solo intento di servire l'amore di Dio nel servizio dei fratelli. Caterina morì consumata da quell'amore di cui si era fatta serva, ma anche duramente provata dall'insorgere quasi improvviso di gravi malattie psichiche e fisiche, che la accompagnarono negli ultimi nove anni di vita in un'interminabile agonia. È patrona della città di Genova.


TRACCE DI LETTURA

O amore, il tuo legame è tanto dolce e forte, che gli uomini legati da questo legame restano così uniti che sono di una medesima volontà e ogni cosa, sia temporale sia spirituale, tra loro resta comune.
O amore mio, Gesù dolce, chi ti ha fatto venire dal cielo in terra? L'amore.
Chi ti ha fàtto patire tanti e così terribili tormenti fino alla morte? L'amore.
Chi ti ha fatto lasciare te stesso come nutrimento all'anima che ami? L'amore.
Chi ti ha mosso che ci hai mandato e continuamente ci mandi, perché sia nostra forza e guida, lo Spirito santo? L'amore.
(Caterina da Genova, Opere)


PREGHIERA

O Dio,
che hai fatto ardere santa Caterina
di un fuoco d'amore divino
nel contemplare
la passione di
tuo Figlio,
per la sua intercessione ti preghiamo:
accendi in noi
la fiamma del tuo amore
e nella tua bontà rendici partecipi
della medesima passione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Ger 20,7-9; Lc 6,27-38


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Cipriano (+ 258), vescovo di Cartagine, martire

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Beata Maria vergine addolorata (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (5 tūt/maskaram):
Sofia del Basso Egitto (?), martire (Chiesa copia)

LUTERANI:
Jan van Woerden (†1525), testimone fino al sangue nei Paesi Bassi

MARONITI:
Niceta il Goto (+ 370), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Niceta il Goto, megalomartire
Simeone di Tessalonica (+ 1429), vescovo (Chiesa greca)

VETEROCATTOLICI:
Giovanni Crisostomo (+ 407), vescovo e dottore della chiesa

14 settembre

Esaltazione della croce

Oggi la chiesa universale celebra l'esaltazione della Croce. L'origine più remota di questa festa risiede nell'adorazione che veniva anticamente riservata il Venerdì santo allo strumento di esecuzione del Messia, come attesta la pellegrina Eteria nel diario del suo pellegrinaggio ai luoghi santi. In seguito, la festa odierna passò a commemorare il ritrovamento della croce di Cristo, e fu trasmessa all'occidente dalle riforme promosse da papa Sergio I, che era di origine orientale. La data del 14 settembre è quella della dedicazione della basilica dell'Anastasis (resurrezione) sorta nella prima metà del IV secolo tra il Golgota e il sepolcro di Gesù. Nella festa dell'Esaltazione l'occidente e l'oriente, pur con diversità di accenti, concordano da sempre nel contemplare la croce come strumento della redenzione universale: «Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo», canta l'antifona latina all'Evangelo; nell'ufficiatura bizantina, la croce viene elevata dal presidente dell'assemblea verso i quattro punti cardinali, mentre i fedeli cantano: «Signore, pietà», a significare che attraverso la croce la salvezza è giunta fino ai confini della terra. La croce è e resta l'unico luogo in cui è possibile contemplare la vera immagine del Dio che si china sulle sofferenze degli uomini. I cristiani ricordano con questa festa la vera beatitudine del discepolo, chiamato alla vita piena attraverso la partecipazione al cammino pasquale del Figlio di Dio.


TRACCE DI LETTURA

Il Crocifisso ci rivela il volto di Dio. La conoscenza del vero Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, misericordioso e pieno di amore e di bontà, passa per la conoscenza del volto del Crocifisso.
Se pensiamo Dio soltanto con i nostri concetti umani, se lo immaginiamo come colui che detiene al massimo grado tutta la potenza, tutto l'onore, tutta la gloria, tutto il diritto, come colui che potrebbe rivendicare la signoria di tutta la terra, siamo come la gente comune e i capi di cui ci narra I'Evangelo, i quali dicono: «Dio non può rivelarsi nella morte di croce».
Invece, Dio amore, bontà, misericordia, si rivela proprio nel linguaggio della croce. La vera onnipotenza è quella capace di annullarsi per amore, di accettare la morte per amore.
(C. M. Martini, Non temiamo la storia)


PREGHIERA

Padre santo,
che hai voluto salvare gli uomini
con la morte in croce
di Gesù tuo Figlio,
concedi alla tua chiesa
di sopportare ogni prova
come partecipazione
alle sofferenze di Cristo,
e gli uomini
vedranno apparire nella storia
il segno del Figlio dell'uomo:
la croce della salvezza e della benedizione.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE

1Cor 1,18-25 (vigilia); Nm 21,4-9; Fil 2,6-I1; Gv 3,13-17 (o Gv 19,25-27)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Giorno della santa Croce

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Esaltazione della santa Croce (calendario romano e ambrosiano)
Cipriano (+ 258), vescovo (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (4 tūt/maskaram):
Giosuè (II mill. a.C.), figlio di Nun (Chiesa copia)

LUTERANI:
Esaltazione della Croce
Cipriano, dottore della chiesa e martire in Nordafrica

MARONITI:
Esaltazione della santa Croce

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Universale esaltazione della Croce preziosa e vivificante
Dormizione di Giovanni Crisostomo (+ 407), arcivescovo di Costantinopoli

SIRO-OCCIDENTALI:
Festa della santa Croce

ANGLICANI:
Giorno della santa Croce

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Esaltazione della santa Croce (calendario romano e ambrosiano)

SIRO-ORIENTALI:
Esaltazione della santa Croce

VETEROCATTOLICI:
La santa Croce

13 settembre

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Giovanni Crisostomo (+ 407), vescovo di Costantinopoli, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giovanni Crisostomo, vescovo e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)
Litanie della vigilia di san Cipriano (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (3 tūt/maskaram):
Concilio di Alessandria (248; Chiesa copta)
Abbā Anbasā (XVI sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Giovanni Crisostomo, dottore della chiesa a Costantinopoli

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Vigilia dell'Esaltazione della preziosa e vivificante Croce
Dedicazione della basilica dell'Anastasis (335)
Cornelio il Centurione, martire
Giovanni di Prislop (xv-xvi sec.), eremita (Chiesa romena)
I 100.000 (10.000) martiri georgiani (+ 1225) (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI :
Dedicazione della chiesa dell'Anastasis a Gerusalemme

12 settembre

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D' OCCIDENTE:
Nome della beata vergine Maria (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (2 tūt/maskaram):
Martirio di Giovanni il Battista (Chiesa copta)

LUTERANI:
Matthäus Ulicky (+ 1627), testimone fino al sangue in Boemia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Chiusura della festa della Natività della Madre di Dio
Autonomo (+ 313), ieromartire
Traslazione delle reliquie di Alessandro Nevskij (1724)
Ritrovamento delle reliquie di Daniele di Mosca (1652) (Chiesa russa)
Gabriele (XVI-XVII sec.), patriarca dei serbi, martire
Sinassi dei santi gerarchi della Chiesa serba (Chiesa serba)

11 settembre

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (1 tūt/maskaram):
Festa di Nairuz (capodanno) (Chiesa copia)
Giovanni il Precursore (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Johannes Brenz (+ 1570), riformatore nel Württemberg

MARONITI:
Teodora di Alessandria (v sec.), monaca

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Teodora di Alessandria, monaca
Traslazione delle reliquie di Sergio e Germano di Valaam (XIV-XV sec.), monaci
(Chiesa ortodossa di Finlandia)

VETEROCATTOLICI:
Felice e Regola (VIII sec.?), evangelizzatori e martiri

10 settembre

Barsauma il nudo (ca 1257-1317)
testimone

La Chiesa copta fa oggi memoria di Barsauma, detto il Nudo, uno dei santi più popolari d'Egitto. Barsauma nacque al Cairo attorno al 1257, da una famiglia ricca e nobile della città. Il suo nome, di chiara origine siriaca, significa «figlio del digiuno», e riferisce un elemento importante della vita del santo. Egli fu infatti totalmente privato dell'eredità dalle macchinazioni di uno zio, e alla morte dei genitori si ritrovò totalmente povero e abbandonato. Barsauma allora, non ancora ventenne, invece di rivolgersi alle autorità per far valere i suoi diritti, preferì lasciare gli ambienti mondani per condurre una vita poverissima da asceta vagabondo e mendicante. Coperto soltanto di un mantello - da cui il soprannome di «Nudo» - egli visse nei quartieri più poveri della città come una sorta di folle per Cristo. Di fronte all'inasprirsi delle persecuzioni contro i cristiani, Barsauma testimoniò con coraggio la propria fede e fu anche imprigionato. Per questo motivo è ricordato con il titolo di confessore. Dopo aver vissuto in una grotta nella chiesa di San Mercurio al Cairo Vecchio, Barsauma si trasferì nel monastero di Sahran, a sud del Cairo, dove visse da recluso gli ultimi quindici anni della sua vita. Egli morì i1 5 nasī del 1317, fu seppellito a Sahran, e la sua fama si diffuse in tutto il medio oriente. Per la solitudine e l'asprezza della sua vita, egli è paragonato nell'eucologia copta a Mosè, Giovanni il Battista, Paolo l'Eremita e Antonio il Grande.


TRACCE DI LETTURA

Riuniarnoci dunque, o diletti, e lodiamo con gioia quest'uomo retto, il nostro santo padre abba Barsauma, il quale disprezzò questo mondo con la sua vita piena di sofferenze, e con grandi patimenti amò il Cristo suo Signore.
Il suo nome si diffuse per tutto l'universo, a causa delle sue elevate virtù e della sua angelica purezza.
Dava forza a tutti coloro che venivano a lui da ogni luogo, con carità perfetta e con misericordia.
Beato te in verità, o padre nostro santo abba Barsauma, perché hai adempiuto i comandi del nostro buon Salvatore.
Prega il Signore per noi, o mio signore padre e asceta abba Barsauma il Nudo, affinché ci rimetta i nostri peccati.


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (5 nasī/pagwemēn):
Giacomo (+ 1088), vescovo del Cairo
Barsauma il Nudo, recluso (Chiesa copta)

COPTI ED ETIOPICI* (6 nasī/pagwemēn):
Giorno di ringraziamento a Dio (Chiesa copta)
*il mese di nasi ha solo 5 giorni, 6 nel caso di anni bisestili

LUTERANI:
Leonhard Lechner (+ 1606), musicista cristiano nel Württemberg

MARONITI:
Menodora, Metrodora e Ninfodora di Bitinia (IV sec.), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Menodora, Metrodora e Ninfodora di Bitinia, martiri
Ritrovamento delle reliquie di Giobbe di Počaev (1659) (Chiesa russa)

9 settembre

Poemen (ca 350-450) monaco

La Chiesa copta fa oggi memoria di abba Poemen, monaco del deserto egiziano vissuto a cavallo tra il IV e il V secolo. L'esatta ricostruzione della sua figura storica costituisce uno dei puzzle più intricati dell'agiografia moderna. Quel che è certo, tuttavia, è che Poemen fu ritenuto portatore di insegnamenti talmente importanti da attribuire a lui oltre un ottavo di tutto il corpo dei Detti dei padri del deserto. Secondo la letteratura apoftegmatica, egli nacque attorno al 350, visse nell'insediamento monastico di Scete dove si era recato assieme a sei fratelli, ed entrò in contatto con le più grandi figure spirituali di quel tempo. Di lui si ricordano parole assai significative sul tema del discernimento spirituale, che per Poemen nasce dalla conoscenza della propria e dell'altrui fragilità. Soltanto l'umiltà, quindi, il non giudicare, il non fare paragoni, possono condurre un uomo a conoscere ciò che è possibile conoscere di se stesso e del fratello che gli sta accanto. Da ciò scaturiscono quella condiscendenza e quella misericordia che sole pongono il credente in cammino sulle tracce del Dio rivelato da Gesù Cristo. Poemen è ricordato anche da diversi calendari bizantini e orientali, e il Baronio ne introdusse il nome nel Martirologio Romano del 1573.


TRACCE DI LETTURA

Il padre Poemen disse: «Il vigilare, lo stare attenti a se stessi, e il discernimento, queste tre virtù sono guide dell'anima».
Disse ancora: «Da qualsiasi pena tu sia colto, la vittoria è il tacere».
Disse abba Poemen: «Vi è un uomo che sembra tacere e il suo cuore giudica gli altri; costui parla sempre; e ve ne è un altro che parla da mane a sera e conserva il silenzio; non dice cioè niente che non sia di edificazione».
Un fratello chiese al padre Poemen: «Se vedo la caduta di un fratello, è bene nasconderla?». L'anziano gli rispose: «Nell'ora in cui copriremo la caduta del fratello, anche Dio coprirà la nostra; nell'ora in cui la sveleremo, anche Dio svelerà la nostra»
(Detti dei padri del deserto, Poemen 35, 37, 27 e 64)


PREGHIERA

Con i fiumi delle tue lacrime
hai fatto fiorire il deserto,
con i tuoi gemiti profondi
hai centuplicato i frutti delle tue sofferenze.
Grazie alle tue azioni prodigiose
sei diventato una lampada
che illumina tutto l'universo.
Prega Cristo, nostro Dio,
o beato padre Poemen,
perché salvi le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE

1Cor 3,4-23; 1Pt 5,5-14; At 18,24-19,6; Lc 16,1-13


Albert Schweitzer (1875-1965)
pastore luterano

NeI 1965 muore a Lambaréné, nel Gabon, Albert Schweitzer, teologo luterano e testimone del vangelo. Nato nel 1875 a Kaysersberg, in Alsazia, Schweitzer seppe mettere pienamente a frutto i molti doni di cui era dotato. Egli divenne dapprima organista di fama e grande interprete di Bach; poi, ricevuta come pastore evangelico la libera docenza in Nuovo Testamento all'Università di Strasburgo, pubblicò studi che costituirono delle vere e proprie pietre miliari per la scienza neotestamentaria del XX secolo. Da un lato, in essi Schweitzer fece ordine rispetto ai molti eccessi dell'epoca nella ricerca sul Gesù storico e, dall'altro, diede un contributo fondamentale allo studio dell'esegesi e della spiritualità paoline. Convinto che il vero Gesù lo si può trovare soltanto seguendone le tracce, Schweitzer si laureò in medicina e aprì nel 1913 un ospedale nel Gabon, dove vivrà gran parte dei suoi giorni, totalmente dedito a quella promozione della vita, che per lui costituiva l'unico possibile fondamento di un'etica umanizzante. Schweitzer ricevette il Nobel per la pace nel 1952, e alla morte della moglie, nel 1957, fece ritorno a Lambaréné, lottando sino alla fine per donare la vita ai suoi malati.


TRACCE DI LETTURA

 Le denominazioni tardogiudaiche di Gesù, messia, figlio dell'uomo e figlio di Dio, sono divenute per noi figure storiche. Quando egli stesso riferì a sé questi titoli, espresse nello spirito del tempo il senso della sua autocoscienza. Noi non troviamo nessuna denominazione che sappia esprimerci la sua essenza.
Egli viene verso di noi come uno sconosciuto senza nome, così come si avvicinò sulla riva del lago a quegli uomini che non sapevano chi egli fosse. Pronuncia la stessa parola: «Seguimi», e ci pone di fronte ai compiti che deve risolvere nella nostra epoca. Egli comanda. E si rivelerà a coloro che gli obbediscono, siano saggi o poco saggi. Si rivelerà nella pace, nell'azione, nelle lotte e nelle sofferenze che costoro vivranno in comunione con lui. Ed essi sperimenteranno chi egli è, come si conosce un segreto ineffabile.
(A. Schweitzer, Storia della ricerca sulla vita di Gesù)


Aleksandr Men (1935-1990)
presbitero e martire

All'alba del 9 settembre 1990, mentre si sta recando a celebrare la divina Liturgia nella sua parrocchia, viene assassinato a colpi d'ascia Aleksandr Men', presbitero del Patriarcato di Mosca e animatore di primissimo piano della rinascita culturale e spirituale della Russia dopo il tramonto del regime sovietico. Men' era nato nel 1935, in una famiglia di origini ebraiche, e aveva vissuto la propria esperienza di cristiano fin dagli inizi in mezzo a mille difficoltà. Battezzato clandestinamente, nel 1958 il giovane Aleksandr si era visto annullare il diploma di pellicciaio a motivo della sua frequentazione dei circoli intellettuali cristiani. Ordinato tuttavia presbitero nel 1960, Men' acquisì da solo una notevolissima cultura teologica, soprattutto nel campo delle scienze bibliche e della storia delle religioni. Egli mantenne una fitta rete di contatti segreti con gli intellettuali cristiani sparsi un po' ovunque nel territorio moscovita, e svolse un intenso ministero pastorale nelle parrocchie a cui fu via via assegnato. Ovunque fu maestro di preghiera e di amore per la Scrittura. Più volte sottoposto a interrogatori da parte del KGB, divenne l'esponente più in vista della rinascita culturale della chiesa russa sul finire degli anni '80, grazie alla fondazione di università per laici e di scuole di catechesi aperte al popolo. Forse fu proprio per questo, nonché per le sue origini ebraiche, che qualcuno dall'alto, dopo diversi avvertimenti, decise di porre fine alla sua instancabile attività di annunciatore del vangelo.


TRACCE DI LETTURA

Cristo chiama l'uomo alla realizzazione dell'ideale divino. Bisogna essere uomini davvero limitati per potersi immaginare che il cristianesimo si sia già realizzato, che esso sia completamerlte costituito. «Nel IV secolo», sostengono alcuni; «nel XIII» o in qualche altro periodo storico, rispondono altri. In realtà, il cristianesimo ha mosso soltanto i suoi primi passi, e sono stati passi timidi, nella storia del genere umano. Molte parole di Cristo rimangono tuttora incomprensibili ai nostri orecchi. Se infatti la freccia del vangelo ha come bersaglio l'eternità, noi siamo ancora dei neandertaliani dello spirito e dell'ethos. La storia del cristianesimo non è che agli inizi.
Voi mi direte: «Ma come? Abbiamo avuto maestri della statura di un Andrej Rublev!». Certo, vi sono stati grandi santi, ma non erano che precursori: essi si stagliarono su di un oceano di fango, di sangue e di lacrime. Gesù non ha mai smesso di interrogare gli uomini. Egli interpella ciascuno di noi. Gesù Cristo è il volto umano dell'Infinito, dell'Inesplicabile, dell'Impenetrabile. Ed ecco che all'improvviso possiamo chiamarlo per nome. Ed è un nome umano.
(A.Men', Conferenza pronunciata il giorno prima di morire)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Charles Fuge Lowder (+ 1880), presbitero

COPTI ED FTIOPICi (4 nasī/pagwemēn):
Poemen, monaco (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Luigi Pasquali (+ 1560), testimone fino al sangue in Spagna

MARONITI:
Gioacchino e Anna, genitori della vergine Maria
Concilio di Calcedonia (451)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Gioacchino e Anna, santi e giusti progenitori di Dio
Severiano di Sebaste (+ ca 320), martire

SIRO-OCCIDENTALI:
Gioacchino e Anna, genitori della Vergine Maria