Giustizia e sottomissione evangelica
Quando nel battesimo al fiume Giordano Gesù dice a Giovanni il battista (che non voleva battezzarlo visto che lo aveva riconosciuto come più forte di lui) : “…lascia fare per ora perché conviene per ora che adempiamo ogni giustizia” (Matteo 3, 13-15) non sta ricevendo la giustizia da Giovanni battista ma sta portando a compimento ogni giustizia a favore di Giovanni e dell’umanità.
Facendosi battezzare e con il suo battesimo Gesù porta la giustizia in favore dell’umanità, la giustizia della sottomissione del più grande al più piccolo.
Cristo con questo gesto immette nell’uomo una potenzialità che prima non esisteva: la possibilità della sottomissione del giusto a una che è meno giusto.
Dopo che Cristo ha piegato la testa sotto la mano del battista non possiamo più chiedere “chi è il più grande?”. La nostra dignità e il nostro cammino evangelico consistono nell’abbandono deliberato e continuo di ogni dignità e nel consegnarla a chi è inferiore.
Il Signore sempre ci dona lo spirito di umiltà di un bambino, secondo la statura di Betlemme, e lo spirito di umiltà di una colomba, secondo la statura del Giordano. Così saremo preparati interiormente ed esteriormente a raggiungere la piena statura di Cristo in noi.
Matta el Meskin
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Qiqajon, Bose, 99-104.