“Mai un uomo ha parlato così”
17 maggio 2025
Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 7,40-53
In quel tempo40alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». 41Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? 42Non dice la Scrittura: Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo?». 43E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. 44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui.
45Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». 46Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». 47Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? 48Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? 49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». 50Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: 51«La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». 52Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». 53E ciascuno tornò a casa sua.
Gesù ha parlato e di lui si parla. Gesù parla con parole che vengono da un altrove, da colui che l’ha mandato (Gv 7,16); “Chi parla da se stesso – dice – cerca la propria gloria” (7,18). Gli animali e le piante comunicano, ma non parlano. Solo all’essere umano è dato il dono di imparare a parlare. Ma come? A che ci servono le nostre parole?
Le parole di Gesù non sono vuote, chiacchiere vane, non sono nemmeno parole-contro, parole come armi che intendono ferire o addirittura uccidere chi non è d’accordo con lui. Nel capitolo 7 del vangelo di Giovanni molti parlano di lui più che con lui; la folla ne parla sottovoce, perché ha paura dei capi (v. 12), alcuni lo dichiarano indemoniato non appena denuncia la distanza tra la Legge e il loro agire, tra la Parola che hanno ricevuto in dono e la loro risposta. Meglio mettere a tacere chi scuote la nostra coscienza e svela la nostra incoerenza.
Gesù non parla sottovoce, insegna apertamente, offre a chiunque lo desideri la possibilità di dissetare la propria sete. “E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui” (v. 43). Il vangelo di Luca dice che egli è “segno di contraddizione” (Lc 2,34). Allora come oggi le opinioni, le molte parole su Gesù Cristo sono diverse, talmente diverse da originare dissensi, letteralmente “uno scisma”. Il vangelo non lascia indifferenti.
Ma oltre alle diverse opinioni della folla, il vangelo di Giovanni riporta quello delle guardie, dei “servitori” dei capi dei sacerdoti e dei farisei che erano stati mandati ad arrestare Gesù. Avevano ricevuto un ordine ben preciso. Disobbediscono. “‘Perché non lo avete condotto qui?’. Risposero le guardie: ‘Mai un uomo ha parlato così!’” (Gv 7,46). Non sappiamo quali siano state le conseguenze della loro disobbedienza all’autorità, sappiamo che hanno avuto il coraggio di obbedire alla loro coscienza. Nel vangelo di Matteo si dice che Gesù “insegnava come uno che ha autorità e non come gli scribi” (Mt 7,28).Non basta conoscere la Scrittura, e forse anche commentarla e predicarla, se non le si permette di trasformare le nostre parole e la nostra vita.
La parola di Gesù è vera, si radica nella parola del Padre, non parla per cercare la propria gloria, non c’è distanza tra il suo dire e il suo fare; è la Parola fatta carne. È di questo che si sono accorte le guardie, da questo hanno trovato il coraggio di dire “no” a un ordine ricevuto. Non conoscevano bene la Scrittura come gli scribi, non avevano l’autorità dei capi dei sacerdoti, erano semplicemente “servitori”, dice il testo greco, ma hanno saputo scegliere a chi servire, se a uomini, per quanto onorati e potenti, o a Dio. Non importa se vengono considerati degli illusi che si sono lasciati ingannare, dei maledetti che non conoscono la Legge.
Anche Nicodemo, uno dei capi dei giudei, viene rimproverato e invitato a studiare le Scritture. “Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!”. Veniamo rinviati all’inizio del vangelo di Giovanni quando Natanaele chiede a Filippo: “Da Nazaret può venire qualcosa di buono?”, e Filippo risponde: “Vieni e vedi” (Gv 1,46). Una parola vera, una vita vera. Questo è l’annuncio del vangelo. E per noi?
sorella Lisa