Partiamo da una domanda. Da dove viene lo sguardo di Gesù? Da dove viene il mistero del suo sguardo umano? Certo, potremmo rispondere semplicemente, con la nostra fede, che esso viene dal mistero della sua divino-umanità, del suo essere Figlio venuto a rivelare il volto del Padre … Ma seguire questa via sarebbe in qualche modo arrivare già alla conclusione del nostro discorso, prendendo la scorciatoia e saltando la concretezza della realtà umana di Gesù, quale ci viene mostrata nei vangeli. “La sua divinità – ci ricorda infatti il teologo Joseph Moingt – si rivela proprio nella grandezza della sua umanità”.
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Nel dialogo siamo chiamati a mostrare tutta la fecondità, per un approccio specificamente cristiano alle religioni e alle culture, di quello spazio dello Spirito che è costituito dalla Divino-umanità, cioè dall’unione in Cristo, senza separazione né confusione, dell’umano e del divino. Tale unione è fondamento e centro di attrazione dell’universo. Tutto il divenire cosmico, tutta la storia degli uomini si svolgono all’interno della Divino-umanità.
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Quale può essere la parola in grado di descrivere la natura profonda della riforma? In una sua conferenza del 1933, intitolata La riforma è una decisione, Karl Barth ha adoperato la parola “rifondazione”.
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