XV Convegno Liturgico Internazionale - Abitare Celebrare Trasformare

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Monastero di Bose
Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto – Cei
Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

XV CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE
ABITARE
CELEBRARE
TRASFORMARE

processi partecipativi tra liturgia e architettura

BOSE, 1-3 giugno 2017


pdfCOMUNICATO STAMPA

pdfPROGRAMMA

Da giovedì 1 a sabato 3 giugno 2017 si terrà presso il Monastero di Bose il XV Convegno Liturgico Internazionale. Organizzato dal Monastero di Bose e dall’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’edilizia di Culto della Conferenza Episcopale Italiana, in collaborazione con il Consiglio Nazionale degli Architetti, il XV Convegno Liturgico Internazionale di Bose sarà dedicato al tema: Abitare, celebrare, trasformare. Processi partecipativi tra liturgia e architettura.

Il Convegno sarà aperto dalla prolusione di Enzo Bianchi, fondatore di Bose e dagli indirizzi di saluto di don Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e del Servizio Nazionale per l’Edilizia di Culto della Conferenza Episcopale Italiana e del Dott. Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

Tra i relatori, Carlo Ratti, Mario Cucinella, Louis-Marie Chauvet, Dario Vitali, Carla Danani, Aaron Werbick e Gerald Klahr, Luigi Bartolomei, Jean-François Pousse, Philippe Markiewicz, Kristell Köhler, Albert Gerhards.

Alcuni giovani ricercatori del CLI/LAB - il laboratorio interdisciplinare tra architettura e liturgia che si è svolto a Bose nel febbraio scorso - presenteranno le ricerche nate dal laboratorio come fonte di dibattito e di approfondimento tra i partecipanti al Convegno.

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Programma

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XV CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE
ABITARE
CELEBRARE
TRASFORMARE

processi partecipativi tra liturgia e architettura

Da giovedì 1 a sabato 3 giugno 2017 si terrà presso il Monastero di Bose il XV Convegno Liturgico Internazionale. Organizzato dal Monastero di Bose e dall’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’edilizia di Culto della Conferenza Episcopale Italiana, in collaborazione con il Consiglio Nazionale degli Architetti, il XV Convegno Liturgico Internazionale di Bose sarà dedicato al tema: Abitare, celebrare, trasformare. Processi partecipativi tra liturgia e architettura.

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Contatti e informazioni

pdfCOMUNICATO STAMPA

Il Convegno è aperto a tutti.

Per gli studenti di teologia e di architettura sono previste agevolazioni economiche previo contatto con la Segreteria.

Traduzioni simultanee in Italiano, Inglese e Francese saranno disponibili con un minimo di 15 partecipanti per lingua.

Per l’iscrizione al Convegno è necessario telefonare alla Segreteria organizzativa e inviare successivamente pdfpdf la scheda di iscrizione entro il 25 maggio 2017. Si ricevono le iscrizioni al convegno fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Per l’iscrizione è necessario telefonare alla Segreteria, inviare successivamente la scheda compilata versando la quota di iscrizione non rimborsabile di € 50,00, tramite CCP n. 10463131 - IBAN IT75H0760110000000010463131 intestato a “Comunità monastica di Bose” (causale: “Iscrizione Convegno liturgico”) entro il 25 maggio 2017.

Quota di partecipazione al Convegno, in aggiunta alla quota di iscrizione: € 160,00. Sono comprese le spese di vitto e alloggio. L’ospitalità sarà assicurata presso il Monastero e presso alcune strutture nelle vicinanze di Bose. Per chi partecipa in giornata è richiesta la quota di € 20,00 per ogni pasto.

Per arrivare a Bose in treno: raggiungere la stazione FS di Santhià sulla linea Torino-Milano (da dove è possibile prenotare un servizio taxi); oppure quelle di Ivrea o Biella, da dove prendere il pullman per Magnano (autolinea Biella-Ivrea). Per ulteriori informazioni chiedere all’ospitalità.

Le iscrizioni sono aperte dal 10 marzo 2017 fino ad esaurimento dei posti.

Questo convegno è stato accreditato presso il Consiglio nazionale architetti piani catori paesaggisti e conservatori (CNAPPC) ed è valido per gli iscritti a tutti gli Ordini in Italia. Sono stati assegnati 15 crediti formativi professionali (CFP).

pdfscheda di iscrizione


Per informazioni scrivere o telefonare a:

Segreteria organizzativa - Convegno liturgico
Monastero di Bose
I-13887 Magnano (BI)
Tel. +39 015.679.185
Fax +39 015.679.294

e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Progetto e Comitato scientifico

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Monastero di Bose
Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto – Cei
Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

XV CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE
ABITARE
CELEBRARE
TRASFORMARE

processi partecipativi tra liturgia e architettura

BOSE, 1-3 giugno 2017


pdfCOMUNICATO STAMPA

Una grammatica per pensare e vivere la Chiesa attraverso i suoi spazi e le sue architetture, questo il tema del prossimo XV Convegno Liturgico Internazionale di Bose. Si intende mettere in evidenza la dimensione partecipativa dell’esperienza ecclesiale e architettonica, nel movimento virtuoso fra committenza, architetti, artisti e comunità cristiana. Non è infatti possibile pensare e realizzare gli spazi di una chiesa senza il coinvolgimento delle persone e delle comunità chiamate ad abitare i luoghi di vita della Chiesa, in profonda sinergia con il tessuto sociale e ambientale circostante. Una grammatica che cerca di coniugare i verbi

/FARE/ nella prospettiva ecclesiologica del «fare Chiesa» e del «fare chiese» in senso architettonico. Alle origini di un edificio c’è sempre una comunità «sinodale» su scala locale, che deve confrontarsi con il desiderio, la sfida e la necessità di costruire, trasformare e abitare un edificio-chiesa, in un’epoca di non-appartenenze, o di appartenenze liquide, di tipo elettivo o immateriale, e non necessariamente di prossimità fisica nello spazio. Come coniugare le nuove esigenze di comunità con le architetture?

/ABITARE/ sotto l’angolo antropologico e filosofico del prendere dimora in uno spazio costruito: se «l'abitare è il modo in cui i mortali sono sulla terra» (Heidegger), allora questa modalità dev’essere pensata e assunta, in un dato intreccio e contesto sociale, nell’epoca dei non-luoghi. Quali strade per ascoltare un territorio e rispondere all’esigenza effettiva di una comunità? Come fare in modo che abitare significhi heideggerianamente «prendersi cura»?

/COSTRUIRE/ cioè porre un nuovo elemento all’interno di un paesaggio: in senso architettonico e teologico, la Chiesa è costruttrice del tempo e dello spazio, sapendo che costruire è quell’autentico abitare, che – mentre erige costruzioni – si prende cura di ciò che cresce. Radunando le pietre vive di un edificio spirituale, la comunità ecclesiale informa di sé spazi e materiali, volumi e luce, pieni e vuoti. Come ritagliare in uno spazio un luogo in cui abitare prendendosi cura dello spirito?

/CELEBRARE/ in chiave teologica, implica assumere e abitare la ritualità e la spiritualità in un luogo: l’agire liturgico di una comunità celebrante plasma gli spazi, imprime una direzionalità, apre vie di senso e di sensibilità, manifesta la Chiesa, mentre le dà forma. Oggi in modo evidente, celebrare implica accogliere la domanda di riti per avviare itinerari di fede e di umanizzazione. Il celebrare è lo scopo del costruire ed è pienezza dell’abitare.

/TRASFORMARE/ cioè dare nuova vita ai luoghi. Ogni spazio costruito dall’uomo è un organismo vivo e per questo in continua trasformazione, autentica metamorfosi di finalità, usi e forme. Semper reformanda è la Chiesa, anche nelle sue architetture. La tradizione ecclesiale – che è trasmissione del fuoco e non nostalgia delle ceneri – abita e vive gli spazi della comunità nei suoi continui mutamenti; inevitabilmente, dunque, e vitalmente li trasfigura, perché continuino ad essere eloquenza dell’oggi di Dio per gli uomini e le donne che vivono l’oggi della Chiesa nell’oggi del mondo. Dare nuova vita alle cose non è solo compito del divino, ma richiede il contributo dell’umano.

Il Convegno sarà preceduto da un laboratorio di 20 giovani ricercatori che ne discuteranno i temi condividendo progetti e casi di studio. Il materiale prodotto e le questioni emerse saranno argomento di discussione tra i partecipanti al convegno.


Comitato scientifico:
Enzo Bianchi (Bose)
Valerio Pennasso (Roma)
Emanuele Borsotti (Bose)
Goffredo Boselli (Bose)
François Cassingena-Trévedy (Paris)
Mario Cucinella (Bologna)
Bert Daelemans (Madrid)
Micol Forti (Città del Vaticano)
Albert Gerhards (Bonn)
Angelo Lameri (Roma)
Andrea Longhi (Torino)
Philippe Markiewicz (Paris)

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Asterischi

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Il verbo su cui il gruppo si è interrogato - ossia “trasformare” - ha una natura polisemica che lo stesso dibattito nei giorni del laboratorio ha testimoniato con consapevolezza. L’azione trasformativa, infatti, ha le sue premesse nella percezione di una disponibilità al cambiamento di spazi dal valore cultuale e culturale antropologicamente sedimentato, il cui re-inserimento nella vitalità ecclesiale o addirittura generalmente sociale pone domande ampie e molteplici tanto rispetto agli scopi, quanto alle sue modalità operative e agli stessi paradigmi dell’azione trasformativa stessa.

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Visualizzare il limite

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Il pensiero del progettista non si manifesta tanto attraverso concetti, parole, sillogismi, quanto attraverso segni grafici (linee, punti, curve) grazie ai quali le idee possono raggiungere una prima sintesi formale.  

Una integrazione della ricerca metodologica può essere la raccolta di dati che – in una logica partecipativa – acquisiscono un ruolo preponderante nella progettazione architettonica. Questo nuovo paradigma, che si sta pian piano diffondendo nelle nuove generazioni di progettisti, fornisce anche un efficace trait d'union tra architettura e liturgia intesa nel suo senso etimologico di “opera del popolo”.

Dalla prospettiva di un architetto o di un artista, il pensare non può essere disgiunto dal gesto della mano che traccia un segno su una superficie. Questo è emerso durante il laboratorio, questa è la prassi propria di un “mestiere” che, prima ancora del progetto, ha a che fare col medium espressivo che funge da supporto al progetto. Un medium che, nonostante l’informatizzazione, resta nella maggior parte dei casi costituito da un foglio di carta ed una penna.

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