La carità - Enzo Bianchi (1/4)
Ritiro di Quaresima predicato da Enzo Bianchi il 22 febbraio 2015 sul tema “La carità”
Ritiro di Quaresima predicato da Enzo Bianchi il 22 febbraio 2015 sul tema “La carità”
La preghiera di Tobi è la prima di una serie di cinque preghiere presenti nel libro di Tobia. Nel libro di Tobia le preghiere servono, prima di tutto, a sottolineare i momenti chiave della narrazione. Nelle cinque preghiere offerteci dal libro, il narratore è poi in grado di anticipare, all’interno di un’ottica di fede, il corso degli eventi. La preghiera è per lui il momento nel quale il credente, posto a contatto con Dio, comprende il senso di ciò che è accaduto e anticipa addirittura quel che accadrà.
L’oggi in cui siamo chiamati a leggere la Bibbia è dunque il tempo in cui c’è ancora tempo, il tempo in cui non è ancora, irreparabilmente, troppo tardi, il tempo dell’urgenza, se vogliamo che la nostra vita abbia un senso e sia una vita veramente umana.
Incontro tenuto da Luciano Manicardi sul tema “Vivere il tempo” nell’ambito del corso “Vivere umanamente. Riscoprire una grammatica dell’umano” (2016)
Incontro tenuto da Luciano Manicardi sul tema “Vivere il tempo” nell’ambito del corso “Vivere umanamente. Riscoprire una grammatica dell’umano” (2016)
Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
Considerato il contesto in cui sorge la fraternità di Cellole, l’agricoltura è una delle principali attività.
L’orto offre ottime verdure di stagione ai monaci e ai loro ospiti ed è spesso occasione di condivisione con vicini e amici. Degna di nota è soprattutto la carciofaia, composta da più di 500 piante di carciofo, per la maggior parte empolese.
L’oliveto, ereditato dal precedente pievano, don Serafino Cantini, conta un centinaio di olivi, più che sufficienti per sopperire al fabbisogno della comunità e per farla sentire partecipe di questo orgoglio toscano.
Tra gli alberi da frutto, per ovvie ragioni climatiche, è il fico a primeggiare. In buona parte, le piante attuali sono figlie, ottenute per talea da uno dei monaci, di un unico, vecchio albero talmente locale da essere conosciuto come “il neruccio di Cellole”.
La grande quantità di fiori, infine, non risponde solo alla ricerca di bellezza che accomuna i monaci e i passanti. La lavanda infatti è utilizzata per produrre i tradizionali sacchetti profumati che donano freschezza agli ambienti e agli indumenti.