8 febbraio 2025
Gesù è attento a tutti e a ciascuno. Vede la stanchezza dei suoi discepoli dopo la loro missione e li invita in disparte, perché possano “riposare un po’” (cf. v. 32). Vede anche la grande folla che li segue. La sua tenerezza, la sua attenzione gli permettono di scorgere il disorientamento di questi uomini e di queste donne, ciò che li abita, ciò che a loro manca. Non hanno direzione, non hanno un pastore che “cammina davanti alle sue pecore” (Gv 10,4). Gesù vede tutto questo e mosso dal suo desiderio di bene per l’umanità, “si mise a insegnare loro molte cose” (v. 34).
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7 febbraio 2025
Il brano che la liturgia ci propone oggi è preceduto e seguito dal racconto dell’invio da parte di Gesù dei discepoli e dalla loro accoglienza al ritorno dal loro viaggio. Il contesto in cui questi due brani sono inseriti è polveroso come le strade sulle quali avviene. Gesù invia per le strade i suoi discepoli invitandoli ad essere essenziali nel loro bagaglio e nella loro predicazione.
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6 febbraio 2025
Gesù è appena stato rifiutato a Nazareth, ma questo non arresta il suo cammino. E proprio in un momento di insuccesso invia anche i Dodici, quegli “apostoli”, che erano la sua comunità itinerante, a partecipare alla sua missione, che era cominciata proclamando: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio si è fatto vicino. Convertitevi e credete all’evangelo” (Mc 1,15).
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