La nostra umanità in un semplice gesto

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6 ottobre 2025

Il titolo tradizionale di questa celebre parabola di Gesù può essere fuorviante. È infatti utile comprendere che nel contesto biblico l’espressione “buon samaritano” è un ossimoro. I samaritani non erano ritenuti buoni, erano persone diverse dal punto di vista etnico e religioso. I vangeli testimoniano in più occasioni l’astio dei figli di Israele per i samaritani, i quali non accoglievano volentieri o non accoglievano del tutto quei Galilei che andavano regolarmente al tempio di Gerusalemme quando passavano per il loro territorio.

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Troverete ristoro per la vostra vita

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4 ottobre 2025

Lode, rivelazione ai piccoli, reciproca conoscenza tra Gesù e il Padre, un duplice invito: venite a me e prendete il mio giogo. Questi gli snodi, o i detti di Gesù, raccolti nel brano odierno di Matteo: si tratta di un testo importante e difficile. Ha un parallelo in Luca 10,21-22 per quanto riguarda la preghiera di lode (esultanza nello Spirito) e l’affermazione sulla conoscenza tra il Padre e il Figlio. In Luca tuttavia il contesto è diverso e mancano gli inviti ad andare a Gesù e prendere il suo giogo, entrambi legati alla promessa del “ristoro”, della cessazione del lavoro e della fatica.

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Il giudizio della croce

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3 ottobre 2025

Il brano del Vangelo odierno è una breve sintesi a conclusione del viaggio itinerante dei discepoli e Gesù tra le città del lago di Galilea, esperienza che sembra risolversi in un fallimento. Nonostante le guarigioni e i segni là compiuti questo brano di Luca termina cioè in maniera brusca, quasi fosse un ripensamento. Il lettore è quindi invitato a considerare il viaggio svolto finora da un’altra prospettiva, per discernere l’importanza dei gesti compiuti come delle parole proclamate. È come se le ultime parole affidate ai settantadue discepoli fossero un invito a spingersi alla ricerca dei presupposti del loro stesso camminare insieme: “La messe è molta ma gli operai sono pochi”.

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Annunciare pace

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2 ottobre 2025

In cammino verso Gerusalemme Gesù rivela ai suoi discepoli e a noi tutti le dure esigenze della sequela. Il cammino stesso è annuncio del regno di Dio, è urgenza, scopo primario del suo passare in mezzo all’umanità facendo del bene e guarendo. Per questa urgenza invia altri settantadue discepoli in missione. Questo secondo invio è raccontato solo da Luca. Il numero settantadue indica che l’annuncio è per tutte le genti e non solo per le pecore perdute della casa di Israele. 

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La libertà ci aspetta

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1 ottobre 2025

ll brano odierno presenta tre incontri che rivelano il cuore pulsante della sequela cristiana: la libertà radicale come condizione esistenziale per seguire Cristo. Non sono racconti casuali, ma una progressione pedagogica che svela la natura trasformante dell'adesione al vangelo. Gesù "indurisce il volto" (Lc 9,51) per andare a Gerusalemme: la strada che porta alla Pasqua diventa così metafora del cammino di ogni discepolo.

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"Vedrai"

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29 settembre 2025

Natanaele sembra un uomo del nostro tempo, assomiglia a ciascuno di noi nella nostra pretesa di poter vedere tutto in maniera trasparente. Pensa di riconoscere chi sia davvero la persona che stava davanti a lui: “Maestro, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele” (v. 49). Si poteva dire qualcosa di più su Gesù? È come se per lui la verità di colui che incontra sia divenuta trasparente, nonostante non fosse ancora arrivata l’ora della rivelazione del Cristo (cf. Gv 2,4). Con tutta la sua dimestichezza della Scrittura, la sua conoscenza del bene e del male (secondo la letteratura rabbinica, questo indica il riferimento all’albero di fichi: cf. v. 48), Natanaele sembra poter dischiudere e scrutare il mistero stesso dell’Innominabile.

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