Sotto lo sguardo della Parola

Per penetrarti dello spirito dell’Evangelo, per vivere di esso, nella tua vita spirituale tu cercherai di ascoltarlo, di meditarlo, di ruminarlo, finché faccia corpo e unità con te stesso. Nella preghiera, durante le ore di lavoro, tu proseguirai la meditazione di esso e amerai mormorare la parola di Dio, con amore e attenzione.

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Ricominciare da Gesù

Se proprio del monaco è ricominciare ogni giorno e dire sempre “oggi io ricomincio”, questo vale anche per una comunità e da dove si ricomincia, se non da questi due fondamenti: seguire Gesù con una prassi, con dei comportamenti, con dei passi precisi? Come il vangelo dice che ha fatto Gesù, così fai tu.

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La radicalità della comunione

Il “non fare riserve di se stessi” richiede quel fondamentale monastico che è l’obbedienza, l’unico che, per quanto ci contesti in profondità, e forse proprio grazie a questo, ci consente anche di liberarci dal soggettivismo e dalla tirannia del nostro psichismo, e di operare una conversione, un cambiamento appunto, radicale.

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Una vita semplice e povera

Ognuno si interroghi sullo stile di vita, sulle spese, sul rapporto con il denaro, sul possesso e sull’uso di mezzi di comunicazione, per vedere se questo risponde a una misura monastica comunitaria o se non corrisponde neppure a quello che la Regola chiama “stile di vita semplice e povera di ogni cristiano”

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Ritrovare il nucleo evangelico

La struttura della nostra vita monastica ci spinge a una radicalità di condivisione del tempo e dello spazio, delle attività e degli oggetti: orari comuni, preghiere in comune, pasti in comune, ritmi giornalieri comuni a tutti. E poi, i compiti e i lavori comunitari, le attività della comunità al cui servizio ci si pone

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